Sono le famiglie gli alleati migliori dell’ISTITUTO EUROPEO DIPENDENZE (IEuD), quando in casa si ha a che fare con una persona affetta da uso problematico di alcol. La pandemia influisce sui nostri comportamenti. I locali chiusi, il maggior tempo libero a disposizione, la solitudine e l’ansia spingono molte persone ad aumentare il proprio consumo di alcolici. A volte questo comportamento è inconsapevole, quasi sempre chi indulge in qualche bicchiere in più tende a sottostimare fortemente questo ulteriore consumo. Chi invece di questa crescita è pienamente consapevole sono le aziende produttrici di alcolici e i colossi della distribuzione online che si sono ormai da mesi attrezzati per sfruttare al meglio questa opportunità di business.
Proliferano le così dette “enoteche digitali“: comprare online vino, birra, superalcolici o addirittura cocktails che vengono consegnati nel giro di mezz’ora direttamente a casa e alla giusta temperatura è diventata una prassi consolidata per molti giovani e non solo nelle principali città italiane. Una stima dell’Istituto Superiore di Sanità attira l’attenzione sull’incremento delle vendite di alcol, che sarebbe stato del 180% nei primi sei mesi dell’anno con aumenti per le enoteche online addirittura del 425%.
E se è boom di ricerche tra giovani nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni (+209,2%), c’è stata una crescita di interesse anche nella fascia degli over 65. Ad acquistare alcolici online sono soprattutto gli uomini, la cui percentuale è salita del +100,6% nel 2020, rispetto alle donne, la cui percentuale è comunque cresciuta del +65,3% nello stesso periodo.
“E’ un segnale preoccupante che anche noi riscontriamo – dice il dottor Raffaele Lovaste, Direttore di IEuD. Sono aumentate di oltre il 20% le richieste di aiuto pervenute al nostro Istituto, da parte dei familiari di persone affette da consumo problematico di alcol. E’ infatti in famiglia, in situazioni di lockdown più o meno stretto, che può diventare insopportabile condividere le giornate con chi beve”.
Mentire sul consumo di alcolici è un tratto caratteristico del forte bevitore. Un recente sondaggio condotto in Inghilterra ha evidenziato che un terzo degli intervistati mente sulle proprie abitudini di consumo di alcol; di questi il 59% mente al proprio medico, il 43% ai genitori, il 40% agli amici, il 37% al partner, il 32% ai colleghi di lavoro, il 31% ai figli.
“Si comincia col mentire sull’effettivo consumo di alcolici e si finisce col nascondere le bottiglie negli armadi, camuffare le bevande versandole in contenitori innocui come bottiglie per l’acqua o boccette di profumo per poterli avere sempre a disposizione. Così facendo – continua il dottor Lovaste – si innesca un circuito pericoloso che può portare alla dipendenza. La famiglia diventa quindi fondamentale per intercettare questi comportamenti ed è una nostra preziosa alleata nel decodificare la corretta situazione del familiare.”
Al di là di prendersi cura della persona con problemi di alcol, la peculiarità di IEuD è quella di intervenire anche sui suoi familiari più prossimi, indicando loro i modi più corretti per affrontare gli enormi problemi che una dipendenza da alcol porta nella vita quotidiana”.
Durante la pandemia, il 63% degli italiani che bevono in modo rischioso ha aumentato il consumo con possibilità di evolvere verso una vera e propria dipendenza. Tra i due milioni e mezzo ‘a basso rischiò, il 28% beve di più arrivando al livello di ‘rischio salute’. Con questi numeri allarmanti l’Istituto Europeo per il trattamento delle dipendenze deve fare i conti ogni giorno, per questo ha organizzato un team di terapeuti che fornisce anche assistenza online, perché solo uscendo dai comportamenti omertosi che l’alcolismo induce, si può sperare di uscirne.