“Spegnere” l’infiammazione per controllare l’asma

Gli eosinofili sono dei globuli bianchi che possono essere più elevati nel sangue quando c’è un’infiammazione in corso poiché concorrono alla risposta immunitaria contro allergeni ed infezioni parassitarie.
Un nuovo studio condotto all’Ospedale Careggi di Firenze ha dimostrato che la quantità di eosinofili infiammatori è collegata con la gravità di malattie come l’asma grave eosinofilico e la poliposi nasale.
Lo studio dimostra inoltre che l’anticorpo monoclonale mepolizumab è in grado non soltanto di contrastare questi eosinofili infiammatori, ma può anche ristabilire un equilibrio negli eosinofili simile a quello delle persone sane.

«Siamo di fronte ad una patologia invalidante spesso aggravata da altre comorbidità come la rinosinusite cronica con poliposi nasale» spiega Andrea Matucci, dirigente I° livello Sod Immunoallergologia Aou Careggi di Firenze. Un binomio, questo, che ancora oggi vede purtroppo l’uso frequente dei corticosteroidi orali, anche a elevati dosaggi, che non consentono di raggiungere un controllo adeguato a lungo termine dei sintomi invalidanti. La terapia biologica con mepolizumab, bloccando la funzione dell’interleuchina-5 (IL-5) è in grado non soltanto di migliorare gli outcome clinici, ma anche di riequilibrare il rapporto tra eosinofili infiammatori e residenti riportandolo alla condizione osservata su soggetti sani».
Attualmente mepolizumab è indicato per il trattamento dell’asma eosinofilico severo, della rinosinusite cronica con poliposi nasale, della granulomatosi eosinofilica con poliangite (Egpa) e della sindrome ipereosinofila (Hes).

Nel video: 

  • Alessandra VULTAGGIO
    Ricercatrice del Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica dell’Università degli Studi di Firenze
  • Andrea MATUCCI
    Dirigente I° livello Sod Immunoallergologia Aou Careggi – Firenze
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