Un equilibrio sbilanciato tra lavoro e vita privata aumenta il rischio di malattie cardiovascolari

Un sano equilibrio tra lavoro e vita privata è diventato sempre più difficile da raggiungere. Con orari di lavoro sempre più lunghi e confini labili tra lavoro e vita privata, i lavoratori di tutto il mondo stanno sperimentando le conseguenze dello stress sia sul posto di lavoro che a casa. È stato dimostrato che provare un elevato tasso di stress ha effetti negativi sulla salute mentale, sui rapporti familiari e sulla produttività lavorativa.

“Ad oggi, la maggior parte delle ricerche sugli effetti dello squilibrio tra lavoro e vita privata si basano su misure di salute soggettiva auto-riferite come mal di testa, peggioramento del sonno, perdita di appetito, affaticamento”, ha dichiarato il professore associato Andree Hartanto, autore dell’articolo “Negative work-to-family spillover stress and heightened cardiovascular risk biomarkers in midlife and older adults” pubblicato nel febbraio 2024 sul Journal of Psychosomatic Research.

“Mentre le indicazioni soggettive sulla salute sono facilmente individuabili, i cambiamenti fisiologici nel corpo, in particolare i cambiamenti a livello cardiaco, a volte non vengono rilevati poiché alcuni sintomi sono silenziosi e asintomatici. Ciò è preoccupante poiché la principale causa di morte nel mondo è causata da malattie cardiovascolari. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno muoiono 17,9 milioni di persone a causa di malattie cardiovascolari.” ha continuato il professor Hartanto.

Il professor Hartanto nel febbraio 2024 ha pubblicato l’articolo “Negative work-to-family spillover stress and heightened cardiovascular risk biomarkers in midlife and older adults” sul Journal of Psychosomatic Research.

Durante la raccolta dei dati, i partecipanti hanno trascorso una notte presso un centro di ricerca clinica e sono stati sottoposti a un esame fisico che includeva la raccolta di un campione di sangue a digiuno per i biomarcatori di rischio cardiovascolare.

I cinque biomarcatori includevano lipoproteine ​​ad alta densità, lipoproteine ​​a bassa densità, trigliceridi, interleuchina-6 e proteina C-reattiva.

È stato dimostrato che questi biomarcatori forniscono un’indicazione per il colesterolo (HDL, LDL), l’indurimento delle arterie (trigliceridi) e/o l’infiammazione del cuore (interleuchina-6 e proteina C-reattiva). Tutti questi marcatori sono stati identificati come marcatori di insorgenza delle malattie cardiovascolari.

I risultati hanno mostrato che provare uno stress elevato prevede in modo significativo due biomarcatori: trigliceridi più alti, che potrebbero portare all’indurimento delle arterie, e HDL più bassi, che potrebbero aumentare i livelli di colesterolo.

Ciò suggerisce che la diffusione dello stress lavorativo nella vita domestica e familiare può influenzare i cambiamenti fisiologici contribuendo allo sviluppo di malattie cardiovascolari.

La ricerca del professor Hartanto è un campanello d’allarme affinché le organizzazioni prestino attenzione all’equilibrio tra lavoro e vita privata poiché lo stress sul posto di lavoro può riversarsi in casa, influenzando non solo la salute mentale e le relazioni familiari, ma anche la salute fisica.

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