Coronavirus: stimato un raddoppio dei casi di depressione

Ranieri Guerra, Assistant Director-General for Strategic Initiatives dell’OMS, ha chiuso, ieri sera, l’evento online “Covid-19: gli effetti della pandemia, dell’isolamento sociale e del lockdown sulla salute mentale degli italiani“, moderato dall’Onorevole Beatrice Lorenzin e organizzato dal Centro Studi Americani in partnership con Edra.

“A oggi siamo a 16milioni e mezzo di casi registrati e 700mila morti classificati nel mondo (sicuramente sottostimati). Le soluzioni per l’Italia, dove lo studio della patologia è stato particolarmente dettagliato e ha accompagnato le operazioni di contenimento e controllo, sono state innovative, complesse e articolate, sia per la gestione della patologia in sè, sia per quanto riguarda la sociopatologia inevitabilmente collegata con le rigide misure di controllo, quarantena e isolamento, con la sospensione delle relazioni sociali, scolastiche e comunitarie, che hanno pero´ permesso di mettere in sicurezza il capitale umano del Paese, con gli eccellenti risultati di contenimento che si continuano ad osservare”, ha detto.

“C’è stata un´onda d´urto epidemica con una morbo-mortalità selettiva: ha colpito soprattutto le debolezze individuali, cioè le persone con patologie croniche multiple pre-esistenti, anche lievi, e le debolezze collettive e di sistema, dove il servizio sanitario, pur straordinario per la sua capacità di resilienza e reazione, per esempio, aveva delle carenze. Ha colpito tutto ciò che riguarda

l´organizzazione sociale dei diritti e degli obblighi, cioè soprattutto la scuola e la salute, oltre a devastare l´economia- ha aggiunto Guerra -.  E´ inevitabile e giusto che il ritorno progressivo alla normalità, guidato dalla cautela, dalle evidenze scientifiche e dalla conoscenza accumulata nei momenti tragici della pandemia, debba considerare le aspettative delle persone e della società intera, che deve ricostruire il proprio tessuto connettivo e riprendersi la speranza e una visione del futuro che la pandemia e le sue conseguenze hanno reso incerto”.

Poi è entrato nel merito delle conseguenze sulla salute mentale, elencando numeri preoccupanti: “Per quanto concerne il mondo della salute mentale, l´OMS ha un sito dedicato con indicatori, articoli, problematiche da tutto il mondo, che ci fa capire cosa è accaduto e a cosa dobbiamo essere preparati. Oggi si stima che i 264 milioni di persone affette da depressione nel mondo siano raddoppiati: siamo passati dal 6% del totale di persone con depressione, al 13%. Questo perché siamo anche di fronte a un impatto senza precedenti nella storia recente sulla struttura economica e sociale globale, paragonabili forse solo al periodo dell´immediato dopoguerra”.

Oltre a toccare il tema della depressione e di una vera e propria sindrome da stress post-traumatico tra gli operatori sanitari, Ranieri Guerra ha specificato che “dobbiamo soffermarci anche sull´induzione del serio disorientamento dell´opinione pubblica, che la comunicazione di questi mesi ha creato, seminando incertezze dovute talora a opinioni amplificate senza controlli e non basate sull´evidenza e su quanto la scienza e la ricerca sono riuscite a generare in brevissimo tempo, lasciando tuttavia ancora zone poco conosciute della dinamica di un virus completamente nuovo”.

Sui fondi in arrivo: “Dove andrà il volume di denaro che arriverà? Credo che il problema sia proprio nel bilanciare la necessità di lenire le sofferenze immediate con le opportunità di investimenti a medio e lungo termine in azioni strategiche che potranno cambiare il Paese. Mi auguro che ci sia una architettura ben strutturata in questo senso, con le idee chiare e la forza realizzativa che mi sembra il Governo abbia dato prova di possedere, evitando sprechi e distorsioni”.

Poi la previsione di una nuova possibile ondata: “Questo è il bimestre a bassissima circolazione del virus in cui dobbiamo lavorare di più per prepararci all’arrivo dell’autunno, il periodo delle elezioni regionali, dell’inizio delle scuole e dell’influenza stagionale, oltre che, naturalmente, della ripresa auspicata delle attività ordinarie – ha poi approfondito Guerra -. In Italia non siamo stati investiti dalla ondata di ritorno della prima fase epidemica, quella che vediamo in Spagna, e non solo, in questi giorni. La capacità del servizio sanitario di identificare e tracciare casi e contatti è migliorata enormemente come la competenza clinica e la disponibilità di equipaggiamenti, farmaci e presidi. Mi auguro che continui così, anche se guardando alla situazione globale, non possiamo essere così ottimisti come altri colleghi in Italia, che giustamente osservano solo il proprio contesto, innegabilmente soddisfacente. Attualmente si registra una diminuzione dell’età media dei ricoverati. In questo momento intorno ai 50 anni. Questo non ci porta necessariamente a un aumento della letalità, ma ci preoccupa ugualmente perché la malattia è in grado di causare danni multi-organo prolungati, con attacchi evidenti anche sul sistema nervoso: sarà opportuno osservare l´evoluzione clinica nel tempo per capire meglio come prevenire anche complicanze tardive”.

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