Together we can stop the virus: il viaggio artistico nel mondo dell’HIV

Un anno fa ci siamo lasciati con 5 imponenti opere d’arte sull’HIV per raccontare i cosiddetti 4 90 dell’HIV Diagnosi, Trattamento, Successo della terapia, Qualità di vita – senza dimenticare lo stigma. Le opere di 6 metri l’una, se inquadrate con lo smartphone, si animavano con la realtà aumentata grazie a un’apposita App. Ci siamo imbattuti in un volto scomposto, deforme che riprendeva i suoi lineamenti e ritrovava il suo equilibrio con il passare del tempo a rappresentare l’effetto di una diagnosi di positività all’HIV e quello che avviene dopo; in una donna che perdeva i suoi colori per poi ritrovarli insieme all’energia e alla voglia di vivere descrivendo l’effetto di una terapia che funziona; in occhi che ti inseguivano giudicanti spazzati via da una luce accecante che rappresenta la ricerca e l’innovazione. Ma non solo.

Oggi l’ambizioso progetto artistico ‘Together we can stop the virus’ è anche una mostra virtuale – visibile su www.hivstopthevirus.it – che continua ad arricchirsi di contributi. Navigando all’interno dell’ambientazione l’utente avrà l’impressione di muoversi in una vera e propria galleria d’arte interattiva dove è possibile compiere diverse azioni: guardare il video backstage e le opere d’arte, consultare la biografia degli artisti e le didascalie, ma anche imbattersi in alcune curiosità. L’opera più recente è Conscious Blooming nata nel periodo di emergenza COVID-19 dalla matita dell’artista vicentina Francesca Guiotto. Un palazzo grigio lentamente prende vita. Parole che hanno un particolare significato per chi ha vissuto e vive con l’HIV iniziano a comparire fuori dalle finestre. Il palazzo poi lentamente perde colore. Le finestre si chiudono. È l’inizio del 2020, il lockdown a causa di un altro virus. In un clima di chiusura totale, la Conoscenza – rappresentata da un vortice di fiori – è la forza che può abbattere le barriere del pregiudizio e della disinformazione. HIV e Covid-19 possono essere affrontati grazie al fiorire comune di una consapevolezza e ricerca da parte di tutti.

‘È stata sicuramente un’esperienza molto coinvolgente a partire dal confronto con gli artisti ai

quali abbiamo parlato dei nostri vissuti ed emozioni. Dal confronto con gli artisti è uscito un modo alternativo di combattere l’HIV, con visioni anche insolite ma sicuramente utili a portare avanti messaggi di lotta allo stigma e in favore della prevenzione. Un’esperienza da ripetere e portare avanti.” afferma Sandro Mattioli Presidente dell’Associazione PLUS, Persone LGBT+ Sieropositive e co-Presidente ICAR2020 Italian Conference on AIDS and Antiviral Research.

Fra i racconti e le esperienze riportate dal confronto con le Associazioni è emerso anche che l’epidemia di COVID-19 ha contribuito a segnare una battuta di arresto nella lotta all’infezione, per esempio rendendo difficile se non impossibile l’offerta del test per la diagnosi di sieropositività e l’assistenza sanitaria delle persone con HIV. Le Associazioni di pazienti in questo contesto hanno avuto un ruolo chiave perché grazie alle catene di solidarietà, di counseling e di servizi a distanza, sono riuscite a offrire supporto là dove è venuto a mancare.

Le ultime stime ci dicono che in Italia vivono 120mila persone con HIV, di cui circa 18mila inconsapevoli dell’infezione. È il cosiddetto sommerso. L’HIV, infatti, può non manifestare sintomi per lungo tempo ed essere diagnosticata anche a distanza di anni (4,5/5 in media). Bisogna aggiungere tuttavia che oggi esistono delle terapie che hanno permesso passi in avanti incredibili rispetto a 25 anni fa. Terapie talmente efficaci da consentire l’azzeramento della possibilità di trasmettere il virus ad altre persone e a garantire una migliore qualità di vita a chi ha contratto il virus.

Oggi le persone con HIV sottoposte a trattamento e con carica virale non rilevabile possono non preoccuparsi più di trasmettere il virus agli altri, possono condurre una vita normale e vivere il rapporto con il proprio partner più serenamente” afferma Lorenzo Badia Dirigente Medico Malattie Infettive presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna “Una persona con livelli plasmatici di virus HIV non rilevabili (<50 copie del virus per ml di sangue) per almeno 6 mesi, presenta un rischio di trasmettere il virus per via sessuale pari a zero. Grazie ai progressi della ricerca che ha portato innovazioni terapeutiche oggi a nostra disposizione si sono create tutte le condizioni, non solo perché questa condizione di controllo dell’HIV riguardi il maggior numero possibile di persone sieropositive, ma anche perché si possa vivere una vita piena ed entusiasmante combattendo insieme uno stigma che, invece, fa ancora fatica a essere estirpato”. Ma la lotta all’HIV non si deve fermare. È necessario fare rete e unire le forze per fare fronte comune al problema.

Together we can stop the virus è un’iniziativa in cui crediamo molto perché è un progetto corale grazie al quale riusciamo a parlare di HIV con un linguaggio nuovo e accessibile, trasferendo concetti importanti e rivoluzionari di cui spesso non si parla, uno fra tutti U=U, Undetectable=Untransmittable (in italiano Non rilevabile=Non trasmissibile). Il nostro impegno come azienda è quello di andare oltre la ricerca, collaborando con associazioni di pazienti, clinici e istituzioni per prevenire e limitare la diffusione dell’HIV con campagne di sensibilizzazione come questa, perché è un percorso che ha più valore ed efficacia se lo si fa insieme. Per l’appunto Together… we can stop the virus.” ha concluso Cristina Le Grazie, Direttore Medico di Gilead Italia sottolineando l’impegno dell’azienda farmaceutica impegnata da oltre 30 anni nella lotta all’HIV.

Le opere di Together we can stop the virus sono il frutto di una collaborazione tra i rappresentati delle Associazioni di pazienti e artisti che hanno dato un’identità visiva, emozionale e concettuale a ogni opera. Diagnosi, Trattamento, Successo delle terapie, Qualità di vita, stigma più una nuova opera su HIV e COVID-19 sono i momenti chiave racchiusi nella mostra. Gabriele Genova ha realizzato l’opera sullo Stigma ‘Ho qualcosa da mostrarvi’, il collettivo Mira l’opera sul tema della Diagnosi (1°90) ‘L’importante è saperlo’, Viola Gesmundo ha interpretato il tema del Trattamento (2°90) con l’opera ‘Verso se stessi’, Andrea Zu il tema del Successo delle terapie (3°90) con l’opera ‘Luuv Story’, Adolfo di Molfetta ha realizzato l’opera sul tema della Qualità della vita (4°90) ‘Niente paura’, Francesca Guiotto ha realizzato la nuova opera ‘Conscious Blooming’ un’opera che vuole trasmettere il messaggio che HIV e COVID-19 possono essere affrontati grazie al fiorire comune di una consapevolezza e ricerca da parte di tutti. Il collettivo Bepart si è poi occupato di animare con la realtà aumentata le illustrazioni.

Il progetto di Gilead Italia ha il patrocinio di 10 associazioni di pazienti attive a livello nazionale che da due anni lavorano al progetto (Anlaids Onlus, ALA Milano Onlus, Arcobaleno ODV, ASA Onlus, Circolo Mario Mieli, LILA Lega italiana per la lotta contro l’AIDS, Milano Check Point, NPS Italia Onlus, Nadir Onlus, PLUS), e di ICAR (Italian Conference on AIDS and Antiviral Research).

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