In Lombardia la campagna “Aspettando Crohn”

Arriva nei cinema della Lombardia, con il patrocinio della Regione, la campagna di sensibilizzazione “Aspettando Crohn. L’Agenda Impossibile” patrocinata dalle associazioni pazienti A.M.I.C.I. Onlus, dalla società scientifica IG-IBD (Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Diseases), e promossa da Janssen Italia. Obiettivo della campagna, la sensibilizzazione e l’informazione dell’opinione pubblica sulla malattia di Crohn e sulla complessità della condizione delle persone che ne soffrono attraverso la proiezione fino al 31 maggio nelle sale cinematografiche della Lombardia, con la collaborazione di UNICI (Unione Cinema), di un cortometraggio realizzato dal trio comico romano The Pills.
«Il nome scelto per questa campagna non è casuale – spiega Salvo Leone, Direttore Generale AMICI Onlus. I pazienti passano la loro vita aspettando la prossima visita, la ricomparsa dei sintomi, la disponibilità dei nuovi farmaci, la scoperta di una cura. La malattia di Crohn ha un forte impatto sulla vita quotidiana dei pazienti e delle loro famiglie anche dal punto di vista economico. L’impatto economico e sociale determinato da queste patologie e dal trattamento ad esse associato risulta oneroso non solo per il paziente ma anche per la società. Per questo è importante che tutti la conoscano e comprendano il peso che ha su chi ne è colpito». In Italia sono circa 70.000 le persone che convivono con la malattia di Crohn, anche se verosimilmente si tratta di un dato sottostimato non essendo disponibili registri di patologia. «La Lombardia risulta la regione con il maggior numero di malati, con una stima di oltre 15.000 persone colpite – dice Maurizio Vecchi, Direttore di Unità Operativa Complessa e della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Digerente, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e Professore Ordinario di Gastroenterologia, Università degli Studi di Milano. È una malattia infiammatoria cronica che colpisce il tratto gastrointestinale. La diagnosi avviene per lo più in età giovanile, tra i 20 e i 30 anni e i sintomi con cui si presenta sono diversi a seconda del tratto intestinale colpito. Tra questi ci sono dolori addominali, perdita di peso, diarrea frequente e prolungata, fatica, perdita di appetito o febbre. Questa variabilità nelle manifestazioni porta spesso a ritardi nella diagnosi, con conseguenti complicanze nel decorso della malattia, che, se non trattata correttamente e precocemente, può portare a invalidità e, frequentemente, a interventi chirurgici. Ad oggi, la causa scatenante non è ancora conosciuta, ma sono coinvolti diversi fattori, tra i quali la predisposizione genetica, fattori ambientali e immunologici».
Una delle caratteristiche più invalidanti della malattia di Crohn è la sua natura recidivante. «In genere, questa malattia – afferma Flavio Caprioli, membro del consiglio direttivo di IG-IBD e Dirigente Medico Unità Operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e Professore Associato di Gastroenterologia, Università degli Studi di Milano – alterna spesso fasi con sintomi attivi, seguite da fasi di remissione durante le quali i sintomi sono meno severi. In generale, i trattamenti clinici hanno l’obiettivo di ridurre lo stato infiammatorio che scatena i sintomi, cercando di migliorare anche la prognosi a lungo termine, limitando le complicazioni. Esistono diverse tipologie di trattamenti farmacologici, dai corticosteroidi ai farmaci biologici. Quando l’uso dei farmaci e la dieta, che gioca un ruolo nel migliorare la sintomatologia, non riescono più a controllare a lungo i sintomi e le altre complicazioni, può essere necessario il ricorso alla chirurgia».

Nel video:

  • Salvo LEONE
    Direttore Generale AMICI Onlus
  • Maurizio VECCHI
    Professore di Gastroenterologia Università di Milano
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