Rettocolite ulcerosa, le soluzioni per tenerla sotto controllo

La rettocolite ulcerosa è una patologia cronica infiammatoria dell’intestino, che colpisce il colon e che impatta fortemente sulla qualità di vita dei pazienti perché clinicamente si presenta con diarrea ematica, con sangue. I pazienti non riescono a controllare le evacuazioni e per questo motivo si ritrovano ad avere molte difficoltà nella vita quotidiana, sociale e lavorativa, hanno paura ad uscire di casa.

«A questo aggiungiamo che tendenzialmente i pazienti con colite ulcerosa sono giovani adulti, nel pieno della vita, appunto, produttiva e sociale, e avremo ben chiaro quanto possa essere invalidante questa patologia, se non opportunamente controllata e trattata» spiega Federica Furfaro, Gastroenterologa dell’Unità Operativa di Gastroenterologia e Endoscopia Digestiva all’Ospedale San Raffaele di Milano.

Oggi nei centri specialistici il paziente viene assistito da uno staff di medici dedicati, che stabilisce il percorso di cura e quando necessario può prevedere anche l’intervento chirurgico. «Al San Raffaele trattiamo i pazienti con colite ulcerosa in maniera multidisciplinare, coinvolgendo più figure professionali nel percorso di cura» prosegue Furfaro. «Per esempio, abbiamo la figura dell’infermiere, che è sempre disponibile per il triage, e uno staff di medici dedicati; abbiamo la chirurgia dedicata; e, soprattutto, per i casi più complessi coinvolgiamo le figure del reumatologo e del dermatologo, perché un terzo dei pazienti ha delle manifestazioni extra-intestinali. Un’altra figura chiave del team è quella del nutrizionista, perché il controllo dal punto di vista alimentare fa parte del trattamento moderno di queste patologie infiammatorie croniche dell’intestino».

Da diverso tempo tra le terapie si utilizzano anche i JAK inibitori, come tofacitinib, farmaci orali che riescono a controllare in maniera più profonda le infiammazioni. «Tofacitinib è stato il primo JAK inibitore disponibile per questa patologia, portando una grande innovazione principalmente per due motivi. Il primo è che tofacitinib si assume per via orale, mentre le altre terapie si assumono per via iniettiva o infusionale, con una grande vantaggio per la qualità di vita» aggiunge Furfaro. «Il secondo vantaggio riguarda la capacità di tofacitinib di bloccare più citochine infiammatorie allo stesso tempo, inibendo più mediatori delle cascate infiammatorie intestinali e riuscendo, quindi, a controllare in maniera più profonda le infiammazioni. Il trattamento con tofacitinib è indicato per i pazienti con colite ulcerosa moderata-severa, sia che non hanno mai ricevuto trattamento con i biologici sia che, invece, hanno ricevuto trattamento con i biologici».

Nel video:

Federica Furfaro,
Gastroenterologa dell’Unità Operativa di Gastroenterologia e Endoscopia Digestiva all’Ospedale San Raffaele di Milano.

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