Ridurre i tempi di attesa per le visite

In uno scenario dove il futuro della salute è sempre più connesso con i grandi temi globali, la centralità del paziente resta il criterio guida per identificare le priorità da affrontare e per misurare l’efficacia dei sistemi sanitari e la loro capacità di rispondere ai bisogni di salute. In Italia, secondo quanto emerge da un’indagine quantitativa svolta da Istituto Piepoli per conto di MSD Italia, i cittadini soddisfatti del Servizio Sanitario Nazionale sono ancora la maggioranza (57%), ma il dato risulta in calo rispetto al 2018 quando, sempre secondo l’Istituto Piepoli, a dichiararsi molto o abbastanza soddisfatti era il 65% della popolazione.
Secondo l’opinione degli italiani, il compito primario della sanità pubblica dovrebbe essere quello di accelerare i percorsi di cura delle persone con malattia e di evitare che le persone sane si ammalino: le priorità sulle quali dovrebbero concentrarsi nei prossimi anni gli sforzi del Servizio Sanitario Nazionale sono, nell’ordine, la riduzione dei tempi di attesa per esami e interventi (79%) e la prevenzione delle malattie (51%) seguiti dal sostegno alle fasce deboli, come famiglie a basso reddito, malati cronici, disabili (49%).
L’indagine è stata presentata nel corso di Inventing for Life – Health Summit, evento istituzionale organizzato a Roma da MSD Italia, che ha riunito clinici, rappresentanti di Istituzioni, Società Scientifiche e associazioni di Pazienti per fare il punto sulle grandi priorità della sanità pubblica a livello globale nella prospettiva della centralità dei pazienti e del difficile equilibrio tra innovazione e sostenibilità.
Nello scenario italiano, l’indagine dell’Istituto Piepoli permette di misurare quali siano ancora oggi gli ostacoli che dal punto di vista dei cittadini limitano la piena realizzazione del principio della centralità del paziente.
In primo luogo il tema dell’uguaglianza di accesso alle prestazioni sanitarie, questione di grande attualità nella prospettiva dibattuta in questi giorni del regionalismo differenziato: secondo la quasi totalità del campione (97%) oggi vivere in alcune Regioni piuttosto che in altre comporta opportunità disuguali di accesso alle terapie innovative. La conseguenza è che per il 64% del campione in Italia le persone non accedono rapidamente alle terapie innovative, in particolare quelle per il cancro (33%), le malattie neurologiche (19%), le malattie cardiologiche (16%).
Altro aspetto critico è quello appunto che riguarda i tempi di attesa troppo lunghi per avere una prima visita specialistica (44%), per fare gli esami diagnostici necessari (37%), per ricevere la terapia (22%) e per avere una visita di follow up (19%).

Nel video:

  • Nicola Piepoli
    Presidente e Amministratore Delegato Istituto Piepoli
  • Antonio Gaudioso
    Segretario Generale Cittadinanzattiva
  • Nicoletta Luppi
    Presidente e Amministratore Delegato MSD Italia
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