Come “spegnere” l’infiammazione causata da globuli bianchi fuori controllo

Asma e polipi nasali possono essere i primi sintomi della EGPAgranulomatosi eosinofila con poliangioite – una rara malattia auto-infiammatoria che causa alti livelli di esosinofili, globuli bianchi coinvolti nelle reazioni allergiche e di conseguenza l’infiammazione dei vasi sanguigni di polmoni, intestino, pelle, cuore e sistema nervoso. 
In generale, l’infiammazione è una risposta naturale del sistema immunitario a difesa dell’organismo contro lesioni o infezioni e aiuta a combattere i microrganismi invasori. Tuttavia, in alcuni casi, per ragioni non sempre definite, linfiammazione si verifica contro i propri tessuti sani, come avviene appunto nella EGPA.

Al Congresso Europeo di Reumatologia EULAR è stata sottolineata l’importanza una diagnosi precoce e la necessità di un intervento tempestivo con le terapia più innovative per i pazienti con EGPA.
«Fino a poco tempo fa, i sintomi della EGPA venivano trattati con il cortisone, ma oggi disponiamo di nuovi farmaci, gli anticorpi monoclonali, che impediscono all’interleuchina, una proteina che attiva il sistema immunitario, di attivare il processo infiammatorio» spiega Roberto Padoan, Specialista in Reumatologia, Responsabile del Centro vasculiti presso UOC Reumatologia – Ospedale Universitario di Padova.

In particolare l’anticorpo monoclonale mepolizumab, che ha rappresentato la svolta nella cura dell’asma severo, ha dimostrato di essere efficace anche per altre patologie legate all’eosinofilia. 
“Possiamo dire che con mepolizumab la medicina respiratoria è passata dal farmaco a taglia unica alla medicina di precisione» commenta Giorgio Walter Canonica, Responsabile Centro Medicina Personalizzata Asma e Allergologi della Humanitas University& Research Hospital di Milano. «Impedendo all’interleuchina di legarsi al suo recettore sulla superficie degli eosinofili, il meccanismo d’azione di questo anticorpo monoclonale risulta di grande importanza, dato il ruolo fondamentale degli eosinofili nell’infiammazione che è alla base delle nuove indicazioni per ben quattro patologie, tra cui EGPA»

Di recente mepolizumab è stato approvato per i pazienti affetti da EGPA di età pari o superiore a sei anni e per i pazienti adulti affetti da sindrome ipereosinofila.

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