Diagnosi precoce e terapie efficaci per le patologie dell’occhio

La degenerazione maculare legata alletà e l’edema maculare diabetico sono patologie dell’occhio, e sono due delle principali cause di riduzione grave della vista. 

Colpiscono in Italia mezzo milione di persone ma si stima che entro vent’anni il numero arrivi fino a un milione. Il loro aumento nella popolazione italiana è stato al centro del Corso Nazionale della Società Oftalmologi Universitari Italiani, che si è svolto recentemente a Chieti.

Gli esperti riuniti a Chieti consigliano quindi di sottoporsi dopo i 50 anni a una visita oculistica. Grazie a esami semplici e non invasivi come la tomografia ottica è possibile diagnosticare precocemente queste patologie.

La degenerazione maculare legata all’età si caratterizza dalla crescita incontrollata di nuovi vasi sanguigni anomali nellocchio. Oggi terapie come gli anti VEGF sono in grado di bloccare questa crescita incontrollata, ed ora è disponibile il nuovo farmaco faricimab, il primo anticorpo bispecifico approvato per uso intraoculare, che grazie a un meccanismo unico a doppia azione, migliorerà il controllo della malattia e i risultati visivi più a lungo nel tempo. 

Faricimab è stato sviluppato per stabilizzare i vasi sanguigni attraverso l’inibizione delle vie di Ang-2 e VEGF-A, riducendo così l’infiammazione e la crescita di vasi anomali (neovascolarizzazione) in misura maggiore rispetto all’inibizione del solo VEGF-A. Questa stabilizzazione duratura dei vasi sanguigni potrebbe migliorare il controllo della malattia e i risultati visivi e anatomici più a lungo nel tempo.

“L’approvazione di faricimab da parte di AIFA offre, dopo tanto tempo, la possibilità di proporre una nuova opzione terapeutica ai pazienti con nAMD e DME. Questo meccanismo d’azione innovativo che agisce sia sull’angiopoietina 2 (Ang-2) sia sul fattore di crescita endoteliale vascolare A (VEGF-A), ha mostrato di garantire l’efficacia riducendo il numero di somministrazioni annuali di iniezioni intravitreali. Si tratta di un passo avanti importante per le persone con nAMD e DME e per l’intera comunità scientifica” ha commentato Giovanni Staurenghi, Ordinario di Malattie dell’apparato visivo dell’Università Statale di Milano, Ospedale Sacco. 

Faricimab, infatti, secondo studi di fase III, è l’unico farmaco oculare iniettabile che permette al paziente con nAMD e DME di sottoporsi al trattamento a intervalli fino a quattro mesi, riducendo così il numero di iniezioni intraoculari annue. Sottoporsi con meno frequenza alle iniezioni, garantendo la capacità di mantenere e migliorare la vista nel tempo, potrebbe offrire ai pazienti, ai caregiver e al sistema sanitario la possibilità di accedere ad un piano terapeutico meno gravoso.

Nel video:
Rodolfo MASTROPASQUA
Direttore Centro retina e maculopatie e riabilitazione visiva chirurgica Università “D’Annunzio” di Chieti

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