I tumori fanno meno paura: oggi guarire si può

Il 51% delle donne e il 39% degli uomini europei che hanno avuto un tumore guariscono e in meno di 10 anni le persone guarite tornano ad avere un’attesa di vita simile a chi non si è ammalato. Questo accade per i tumori della tiroide, del testicolo, dello stomaco, del colon retto, dell’utero e per il melanoma. Sono i risultati dello studio EUROCARE, attivo da oltre 30 anni sotto la responsabilità dell’Istituto Superiore di Sanità e della Fondazione IRCSS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ed è stato condotto grazie al supporto dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), della Commissione Europea, di Cariplo e della Compagnia di San Paolo.

I risultati dell’indagine finale coordinata dal Centro di Riferimento Oncologico (CRO) di Aviano sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale “International Journal of Epidemiology”.

I dati presentati dallo studio sono stati raccolti grazie a oltre 7 milioni di pazienti in 17 Paesi Europei dal 1990 al 2007 e seguiti per almeno 18 anni. Silvia Francisci, ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità a Roma e corresponsabile dello studio dichiara: «Le stime di guarigione dal tumore presentate dallo studio sono da ritenersi prudenti. È ipotizzabile, infatti, che le persone con diagnosi successive al 2007 abbiano una probabilità di guarire maggiore di quanto documentato da questa ricerca».

Inoltre Luigino Dal Maso, epidemiologo del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e coordinatore dello studio, commenta: «Grazie allo studio si è osservato che, in 10 anni, l’aumento della probabilità di guarire è stato di circa il 10% per la maggior parte dei tumori. Dopo 5 anni dalla diagnosi possono ritenersi “guarite” le persone a cui era stato diagnosticato un tumore del testicolo o della tiroide; dopo meno di 10 anni le persone con tumori dello stomaco, del colon retto, dell’endometrio e il melanoma. La maggior parte delle persone con tumori della prostata o della mammella non morirà a causa del tumore, anche se saranno necessari oltre 10 anni dalla diagnosi perché la loro attesa di vita raggiunga quella di chi non ha avuto un tumore. Lo studio evidenzia che sono molti i tumori dai quali si può guarire, non solo essere curati».

«Lo studio suggerisce l’opportunità di non considerare più “irreversibile” l’esperienza di malattia tumorale – spiega Diego Serraino, direttore della struttura di Epidemiologia Oncologica dell’IRCCS CRO di Aviano e coautore del lavoro –. Sapere quali sono i tempi di guarigione per sesso, età dei pazienti e, soprattutto, tipo di tumore, offre ai clinici l’opportunità di calibrare meglio i loro interventi sui pazienti e consente anche ai decisori politici di organizzare l’assistenza oncologica nella maniera più efficace ed efficiente».

Grazie a questa rigorosa indagine epidemiologica le oltre 25 milioni di persone con una pregressa diagnosi di tumore ora sono a conoscenza  che il 51% delle donne e il 39% degli uomini europei cui è stato diagnosticato un tumore sono destinati a guarire e sono a conoscenza del tempo necessario per raggiungere una aspettativa di vita simile a coloro che non hanno avuto un tumore. Questo rappresenta una notizia di grande rilievo socio-sanitario.

Le probabilità di guarire sono superiori all’80% per i pazienti europei con tumori del testicolo (94%), della tiroide (87% per le donne e 70% per gli uomini) e melanomi cutanei (86% nelle donne e 76% negli uomini).

Percentuali di guarigione superiori al 60% sono emerse anche per i pazienti con tumori dell’endometrio (76%), della mammella (66%), della cervice (64%) e della prostata (63%), oltre che per i pazienti con linfomi di Hodgkin (75% per le donne e 67% per gli uomini).

I pazienti con tumori dell’esofago, pancreas, fegato, polmone, sistema nervoso centrale (negli adulti), leucemie linfatiche croniche, mielomi hanno ancora probabilità di guarigione inferiori al 15%.

«Questo studio è una bussola importante in tema di oncologia – dice il Presidente dell’ISS Silvio Brusaferro – ci racconta di progressi significativi in questa malattia e mostra contemporaneamente come sia necessario non distogliere l’attenzione dalle patologie oncologiche neppure in questo momento di emergenza sanitaria. Anche in questi mesi è importante – continua il Presidente – dare continuità a tutti i programmi di screening e ai percorsi di cura».

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