PARTE LA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE PER PARLARE DI TUMORE AL SENO

Tumore al seno, il nemico n°1 delle donne con oltre 400.000 casi solo in Italia e un’incidenza di circa 45.000 nuovi casi all’anno (circa 140 ogni 100.000 abitanti). Un ‘big killer’ implacabile, responsabile di circa 11.000 decessi solo nel 2013.
Oggi in Italia 9 pazienti su 10 sopravvivono, infatti, a cinque anni dalla diagnosi e la grande sfida per il futuro è rendere la patologia sempre più guaribile. A questo proposito, stanno segnando il passo i progressi compiuti nel campo della diagnosi e della valutazione preventiva dei rischi di malattia nelle donne sane, oltre che nello sviluppo di terapie personalizzate in grado di sconfiggere anche le forme di questa neoplasia particolarmente aggressive. Perché il tumore al seno non ha un’unica faccia, anzi ha volti diversi che, ed è il primo passo per sconfiggerlo, bisogna imparare a riconoscere.
Proprio per parlare di tumore al seno alle donne, ma facendo anche parlare le donne di tumore al seno, è nata “Il futuro ha bisogno di tempo”, campagna nazionale di sensibilizzazione che porta la firma di alfemminile.com, il principale portale web di riferimento per il mondo della donna, e che viene realizzata con il contributo incondizionato di Roche.
Nell’ambito della Campagna, durante tutto l’anno, su www.alfemminile.com/ilfuturohabisognoditempo verranno dedicati contenuti speciali relativi al tumore al seno, a partire dall’importanza della prevenzione. A proposito della prevenzione secondaria, è la mammografia lo strumento diagnostico più indicato per la corretta diagnosi precoce.
Secondo gli studi più recenti, la mortalità per cancro della mammella si riduce di circa il 35% tra le donne che praticano la mammografia ogni due anni, anche se nel nostro Paese esistono ancora notevoli disuguaglianze geografiche riguardo alla partecipazione alle campagne di screening collettivo.
Le guarigioni sono in aumento grazie alla diagnosi precoce e alla disponibilità di nuove terapie sempre più efficaci che permettono di trattare anche le forme più aggressive di questa patologia, come i tumori HER2-positivi, che si osservano in un caso su cinque circa di carcinoma mammario e che sono considerati tra quelli a prognosi più negativa.
Negli ultimi 30 anni, con l’identificazione del gene HER, la ricerca ha portato a disposizione degli oncologi terapie personalizzate come trastuzumab, pertuzumab o trastuzumab emtansine che hanno cambiato la storia naturale della malattia riducendo, ad esempio nel caso di pertuzumab, il rischio di decesso a tre anni, per le forme metastatiche, al 34%. Un risultato fino a pochi anni fa impensabile. È notizia di questi giorni inoltre che AIFA, con pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ha determinato la riclassificazione di pertuzumab in fascia H, indicando quindi la completa rimborsabilità della molecola da parte del SSN, autorizzandone l’uso presso le strutture ospedaliere specificatamente identificate dalle Regioni.

Nel video intervistati:

  • Simona Zanette
    AD di alfemminile.com
  • Annamaria Mancuso
    Presidente Salute Donna onlus
  • Paolo Marchetti
    Responsabile Oncologia medica Ospedale Sant’Andrea Roma
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