L’importanza della dieta ipoproteica nella terapia della malattia renale cronica

Secondo i dati della Fondazione Italiana del Rene, la malattia renale cronica colpisce quasi 4,5 milioni di individui in Italia. Di questi oltre un milione si trova negli stadi più avanzati di malattia e ogni anno oltre 7.300 nuovi pazienti iniziano la dialisi. La Terapia Dietetico Nutrizionale potrebbe avere un ruolo importate per il controllo della malattia renale cronica, come ha sottolineato Adamasco Cupisti, Ordinario di Nefrologia all’Università degli Studi di Pisa, in occasione del convegno “Parma Summer School” sostenuto tra gli altri da Dr. Schär con un contributo non condizionante.

«La terapia dietetico nutrizionale ha un ruolo centrale e in alcuni casi insostituibile nel trattamento conservativo dell’insufficienza renale cronica. Nelle fasi precoci di malattia può infatti contribuire a rallentarne la progressione, mentre nelle fasi più avanzate può prevenire e/o correggere segni e sintomi uremici e ritardare l’inizio della dialisi. Ma i benefici non si esauriscono qui: il trattamento dietetico, generalmente ipoproteico, è essenziale anche nella prevenzione e nel trattamento della malnutrizione, degli squilibri idro-elettrolitici e acido-base e delle alterazioni del metabolismo minerale, che possono influenzare negativamente l’andamento della malattia».

Gli alimenti aproteici sono un presidio fondamentale per la corretta elaborazione e attuazione di una dieta ipoproteica. «Costituiti da carboidrati e pressoché privi di proteine, fosforo, sodio e potassio, tali prodotti consentono di elevare l’apporto energetico, fornendo energia “pulita”, lasciando più spazio ad alimenti ad alto valore biologico garantendo così il corretto apporto di aminoacidi essenziali» conferma Cupisti. «Gli alimenti aproteici hanno dunque un ruolo chiave per ottenere i massimi benefici dalla terapia dietetica e contribuiscono al miglioramento dello stato di salute, e della qualità di vita del paziente, mantenendo un buon stato nutrizionale». 

In occasione della Parma Summer School, Cupisti ha approfondito anche il tema della dialisi incrementale e infrequente associata a diete ad apporto proteico controllato. «Quando la dialisi viene iniziata a dose piena, con frequenza tri-settimanale, ne consegue una rapida riduzione della funzione renale residua e questo rappresenta un elemento prognostico negativo. Ma nella letteratura scientifica è presente un altro modello di trattamento con dialisi infrequente, cioè dieta ipoproteica e dialisi monosettimanale. In questo caso il paziente  segue una dieta ipoproteica-ipofosforica-normocalorica per sei giorni alla settimana, e dieta libera in proteine il giorno della seduta di emodialisi. I risultati si sono dimostrati molto buoni, con comprensibili vantaggi in termine di protezione della funzione renale, risparmio economico e miglioramento della qualità di vita».

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