Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della California, San Francisco, essere colpiti da eventi cardiovascolari nelle prime fasi della vita può essere associato a un declino cognitivo accelerato e una cattiva salute del cervello nella mezza età.
I partecipanti allo studio avevano dai 18 ai 30 anni e sono stati seguiti per 30 anni. Alla fine dello studio, l’età media era di 55 anni. Al 5% dei partecipanti totali è stata diagnosticata una malattia cardiovascolare precoce prima dei 60 anni.
Dopo essere stati seguiti per tre decenni, i partecipanti hanno ricevuto cinque test cognitivi. I test hanno misurato le capacità di pensiero e memoria, tra cui la velocità di elaborazione, la funzione esecutiva, la memoria verbale ritardata e la fluidità verbale.
I ricercatori hanno scoperto che le persone con malattie cardiovascolari precoci hanno ottenuto risultati peggiori di quelli senza eventi cardiovascolari in cinque test su cinque. In un test di richiamo di un elenco di parole dopo 10 minuti in cui i punteggi variavano da zero a 15, quelli con malattia cardiovascolare precoce rispetto a quelli senza avevano un punteggio medio di 6,4 rispetto a un punteggio medio di 8,5. In un test che valutava la cognizione globale in cui i punteggi variavano da zero a 30, quelli con malattie cardiovascolari precoci avevano un punteggio medio di 21,4 rispetto ad altri senza malattie cardiovascolari che avevano un punteggio medio di 23,9. Un punteggio di 26 o superiore è considerato tipico, mentre le persone con decadimento cognitivo lieve hanno un punteggio medio di 22.
La ricerca suggerisce dunque che i 20 e i 30 anni di una persona sono un momento cruciale per iniziare a proteggere la salute del cervello attraverso la prevenzione e l’intervento delle malattie cardiovascolari. Prevenire queste malattie può ritardare l’inizio del declino cognitivo e promuovere un cervello più sano per tutta la vita.