Tumore ovarico: manteniamoci informate

In occasione della Giornata Mondiale parte la campagna di informazione

Fondazione AIOM insieme alle associazioni ACTO, LOTO, Mai più sole ed aBRCAdaBRA, con il sostegno non condizionato di GSK, lanciano la campagna “Tumore ovarico: manteniamoci informate”: attività di informazione online ed eventi sul territorio, con Claudia Gerini come testimonial, per valorizzare l’importanza dell’informazione e le nuove opportunità delle terapie di mantenimento, a cui possono accedere tutte le pazienti con tumore ovarico, con e senza mutazione BRCA.

«Finalmente, in questi ultimi anni la ricerca ha prodotto risultati importanti nel carcinoma ovarico – dichiara Stefania Gori, Presidente Fondazione AIOM – oggi sappiamo che un quarto delle pazienti sono portatrici di mutazioni BRCA1 e/o BRCA2, con implicazioni terapeutiche e familiari importantissime. E sappiamo che una terapia di mantenimento con farmaci orali, gli inibitori di PARP, determina lunghe sopravvivenze nelle pazienti mutate e anche nelle pazienti non mutate, le quali rappresentano la maggior parte delle donne affette da carcinoma ovarico (75%). Fondazione AIOM, sempre al fianco delle pazienti e delle Associazioni pazienti, vuole con questa campagna accendere i riflettori, per molti mesi, su questa malattia».

Attraverso il test genetico è possibile sapere se si ha una familiarità o una predisposizione genetica ereditaria al tumore ovarico e questo permette di agire in fase di prevenzione per ridurre il rischio nonché, in caso di diagnosi, di scegliere la terapia farmacologica più mirata fin dalla prima linea di trattamento.

«Sapere che una donna ha una mutazione BRCA cambia l’approccio clinico, cambia le cure che le vengono offerte o proposte – dichiara Ornella Campanella, Presidente aBRCAdaBRA – tutte le strategie di riduzione del rischio o di gestione del rischio della donna e della sua famiglia cambiano se si è davanti a un test genetico predittivo per BRCA oppure no. Il test ha anche un importante impatto sociale perché con un effetto domino anche i familiari non malati della donna vengono coinvolti nello screening».

In Italia ogni anno oltre 5.000 donne ricevono una diagnosi di tumore ovarico, uno dei più aggressivi tumori femminili. A causa di sintomi aspecifici o non riconosciuti, in circa l’80% per cento dei casi la malattia viene diagnosticata in fase già avanzata. Oggi però lo scenario è in evoluzione e una delle novità più importanti di questi anni è la possibilità per tutte le pazienti di accedere alle terapie di mantenimento, che permettono di allontanare le ricadute dopo chemioterapia e che si sono dimostrate efficaci sul tumore ovarico.

«È fondamentale ricordare che il tumore ovarico esiste, che è aggressivo e con sintomi aspecifici e che non abbiamo strumenti di prevenzione. Il primo messaggio che questa campagna di sensibilizzazione vuole trasmettere alle donne è l’importanza di tenersi informate e di curare il tumore solo nei centri d’eccellenza – dichiara Nicoletta Cerana, Presidente ACTO Onlus – Alleanza Contro il Tumore Ovarico – bisogna saperlo riconoscere per diagnosticarlo tempestivamente, il più presto possibile, quando il tumore, ancora limitato alle ovaie, ha ottime possibilità di guarigione».

Tutte le pazienti, con o senza mutazione BRCA, oggi possono beneficiare delle terapie di mantenimento che permettono di stabilizzare i risultati ottenuti con la chemioterapia, allontanando le recidive e aumentando sopravvivenza libera da progressione e qualità di vita delle pazienti. Solo di recente, però, queste terapie sono state rese rimborsabili anche per le donne con tumore dell’ovaio senza mutazione BRCA, che rappresentano il maggior numero di casi e vanno incontro a prognosi più sfavorevole.

«È evidente che negli ultimi anni grazie a farmaci come i PARP-inibitori utilizzati in fase di mantenimento si è trovata una strada per dare risposte più concrete a chi ha la mutazione BRCA, con risultati importanti in termini di sopravvivenza e qualità di vita – afferma Sandra Balboni, Presidente LOTO – è però altrettanto vero che le donne senza questa mutazione possono e devono fruire di queste terapie di mantenimento che ora sono disponibili. E questo tipo di informazione deve essere diffusa in maniera molto più capillare».

Da oggi sul sito www.manteniamociinformate.it sono disponibili le informazioni sul tumore ovarico e sulla campagna “Tumore ovarico: manteniamoci informate”, insieme al videomessaggio di Claudia Gerini.

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