Scelerosi multipla, nuovi progressi in terapia

Una nuova diagnosi ogni tre ore. La metà dei pazienti ha meno di 40 anni, circa due terzi sono donne. Sono i dati sulla sclerosi multipla in Italia ricordati in occasione del corso di formazione professionale “La sclerosi multipla nell’era dei social media: raccontare i progressi delle terapie”, promosso dal Master della Sapienza Università di RomaLa Scienza nella Pratica Giornalistica’ con il supporto di Roche.
La sclerosi multipla è una malattia giovane che dopo decenni di silenzio è venuta alla luce anche grazie all’avvento di Internet e dei social media: su forum, blog e canali social i pazienti condividono le loro esperienze e soprattutto le informazioni sulle innovazioni terapeutiche che stanno cambiando lo scenario della malattia.
La ricerca ha messo a fuoco in particolare il ruolo delle cellule B CD20+, un tipo specifico di cellule immunitarie considerate tra le principali responsabili del danno alla mielina e all’assone da questa rivestito, costituendo il meccanismo alla base della sclerosi multipla.
«La malattia – afferma Carlo Pozzilli, Professore Ordinario di Neurologia, Università “Sapienza” di Roma, Responsabile Centro Sclerosi Multipla Policlinico Sant’Andrea, Roma- ha un’origine multifattoriale, ovvero non si riconosce un’unica causa scatenante, ma i fattori di rischio e la predisposizione genetica insieme a fattori ambientali concorrono nel determinare l’attacco del sistema immunitario, che da ultimo si manifesta nella perdita della mielina e delle fibre nervose. La sclerosi multipla non è una malattia contagiosa, non ha un meccanismo di ereditarietà diretta e non è sempre causa di grave disabilità».
La sclerosi multipla si distingue principalmente in tre tipi: la forma più comune è la recidivante-remittente (Smrr), che colpisce circa l’85 per cento dei pazienti con episodi acuti (poussés o recidive), seguiti da periodi di recupero. La Smrr può progredire nel 50 per cento dei casi in una forma secondariamente progressiva (Smsp), caratterizzata da progressivi peggioramenti dei sintomi, la SM primariamente progressiva (Smpp) è la forma più grave e debilitante della malattia, caratterizzata da costante peggioramento dei sintomi, generalmente senza periodi distinti di remissione e successiva ricaduta.
Negli ultimi anni c’è stata una notevole evoluzione nel trattamento di questa patologia. Si è passati dagli interferoni ai farmaci biologici, che colpiscono precisi bersagli molecolari. Sebbene siano stati enormi i progressi terapeutici ottenuti nelle forme recidivanti-remittenti, per la forma primariamente progressiva della malattia non si sono avuti gli stessi risultati. Molte speranze sono riposte nell’anticorpo monoclonale ocrelizumab, progettato per colpire selettivamente le cellule B CD20+. Si tratta del primo e unico farmaco in fase sperimentale che ha ricevuto dalle agenzie regolatorie statunitense ed europea la convalida alla richiesta di autorizzazione all’immissione in commercio sia per la forma recidivante-remittente sia per la forma primariamente progressiva

Nel video:

  • Fiamma Satta
    Giornalista e blogger
  • Carlo Pozzilli
    Docente di Neurologia Università “Sapienza” di Roma
  • Giancarlo Comi
    Docente di Neurologia Università Vita-Salute San Raffaele Milano
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