Artrite psoriasica: nuove prospettive per la cura della malattia 

L’artrite psoriasica è una malattia infiammatoria cronica con impatto importante sulla qualità della vita. Provoca dolore, rigidità e gonfiore delle articolazioni; insorge comunemente tra i 30 e i 50 anni, ma può svilupparsi a qualsiasi età. L’artrite psoriasica è spesso associata alla psoriasi e si stima che circa il 30 per cento dei pazienti affetti da psoriasi sviluppino l’artrite psoriasica nel corso degli anni. 

«Le persone che soffrono di artrite psoriasica convivono con diversi disturbi delle articolazioni, dei tessuti molli e della cute, che impattano in modo significativo su funzionalità fisica e benessere sociale e psicologico. L’eterogeneità di manifestazione della malattia e la sua potenziale gravità rendono fondamentale offrire trattamenti efficaci, sicuri e durevoli nel tempo. Ad oggi, con i farmaci in uso, un certo numero di pazienti non raggiunge i target terapeutici di remissione o ridotta attività di malattia oppure non riesce a mantenerli a lungo nel tempo»avverte Oscar Massimiliano Epis, Direttore Struttura Complessa Reumatologia, Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano.

Avere a disposizione nuovi farmaci con meccanismo d’azione differente da quelli attualmente fruibili è dunque una necessità e oggi i medici possono utilizzare un nuova terapia grazie a  guselkumab, il primo e unico farmaco biologico completamente umano che inibisce selettivamente la citochina IL-23, un regolatore chiave nella patogenesi della malattia psoriasica. 

«Il guselkumab, con meccanismo d’azione originale, si propone come farmaco efficace sia nella cura della psoriasi sia dell’artrite, sia nel paziente che non ha mai ricevuto una cura con farmaci biologici sia nel paziente che ha già sperimentato questi trattamenti senza ricavarne sostanziale e stabile beneficio» spiega Franco Franceschini, Professore Ordinario di Reumatologia e Dirigente Medico ASST Spedali civili di Brescia. «I dati clinici, fino a ora disponibili, hanno inoltre dimostrato un ottimo profilo di sicurezza anche dopo un prolungato periodo di trattamento».

Nel video:
Franco Franceschini, Professore Ordinario di Reumatologia e Dirigente Medico ASST Spedali civili di Brescia

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