Italia all’avanguardia nella chirurgia neonatale

Si è tenuto a Bologna l’incontro dal titolo “Symposium on neonatal surgery”, un appuntamento che ha visto riuniti i massimi studiosi a livello internazionale di chirurgia neonatale. Al simposio, organizzato dall’Istituto di Clinica Chirurgica Pediatrica dell’Università degli Studi di Bologna e promosso dalla Fondazione Internazionale Menarini, è stata trattata tutta la patologia neonatale, da quella toracica alla digestiva, dalle patologie tumorali a quelle delle vie urinarie. Uno degli argomenti principali del congresso sono state le più recenti tecniche mininvasive utilizzate nella chirurgia neonatale, soprattutto in campo toracico e digestivo. Metodiche in cui i chirurghi italiani sono all’avanguardia, come è stato riconosciuto anche dagli specialisti presenti a Bologna.
«Ogni anno l’Unità Operativa di Chirurgia Pediatrica del Policlinico S.Orsola-Malpighi effettua oltre milleottocento procedure chirurgiche delle quasi circa il 70% sono di chirurgia mini invasiva. E’ una metodica che si sta imponendo anche in altri centri specialistici di altri Paesi, come hanno sottolineato gli specialisti che sono arrivati da diverse parti del mondo per partecipare a questo incontro » spiega Mario Lima, Direttore dell’Istituto di Clinica Chirurgica Pediatrica dell’Università degli Studi di Bologna-Policlinico S.Orsola-Malpighi e presidente del simposio.
«L’applicazione della tecnica mininvasiva in caso di trauma o patologie infantili è piuttosto recente: le ridotte dimensioni di organi e tessuti nei bambini, oltre alla necessaria perfetta conoscenza dell’anatomia da parte del chirurgo ne avevano rallentato il suo utilizzo. Il salto di qualità è stato fornito grazie alla tecnologia in quanto le nuove microcamere (costituite esclusivamente da un microchip) introdotte direttamente nell’addome del piccolo paziente consentono una visione del campo operatorio più ampia e quindi permettono interventi più sicuri e precisi. Le nuove tecniche evitano inoltre incisioni deturpanti, dato che i piccoli fori con il tempo si cancellano pressoché definitivamente nel bambino».
Le nuove tecniche rappresentano una nuova sfida per i chirurghi neonatali, che già oggi devono affrontare situazioni particolari che richiedono specifiche competenze. «La chirurgia neonatale rappresenta la sezione più specialistica e sofisticata nel campo della chirurgia pediatrica» avverte Ascanio Martino, Presidente della Società Italiana di Chirurgia Pediatrica. «Un chirurgo generale è in grado di operare un bambino, ma non ha le conoscenze per intervenire in problemi chirurgici neonatali, e questo conferma l’elevata specializzazione necessaria per intervenire sui bambini appena nati. Infatti un chirurgo generale non possiede sufficienti conoscenze delle patologie neonatali, dalle modalità diagnostiche alle soluzioni terapeutiche e chirurgiche. Per queste ultime il chirurgo neonatale deve avere conoscenze in ogni aspetto della chirurgia, dalla chirurgia toracica a quella digestiva, da quella oncologica a quella urologica. Le tecniche mininvasive alzano ulteriormente il livello di specializzazione dei chirurghi neonatali e per i piccoli pazienti riducono notevolmente le conseguenze determinate da un intervento chirurgico».

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