CALCOLI RENALI, ATTENTI ALLA DIETA VEGANA

Calcoli renali, non solo dolore e fastidio, ma possibile manifestazione di patologie più gravi. E’ questa la base di discussione da cui partono gli esperti mondiali riuniti a Roma per l’incontro “Consensus conference for the metabolic diagnosis and medical prevention of calcium nephrolithiasis and its systemic manifestations”.

La conferenza è stata organizzata dalla Divisione di Nefrologia dell’Ospedale Universitario Columbus-Gemelli, Università Cattolica Del Sacro Cuore di Roma, e promossa dalla Fondazione Internazionale Menarini.
Si stima che le persone affette da calcoli siano circa l’8% della popolazione, per cui quasi cinque milioni di italiani soffrono di calcolosi renale, cioè della formazione di “sassi”, spesso costituiti da calcio (urato, fosfato,eccetera), nelle vie urinarie. Si tratta quindi di una patologia molto diffusa che è spesso stata considerata, al di là degli episodi dolorosi delle coliche, quasi banale. Per questa ragione la prevenzione può risultare un’arma molto utile e importante per contrastare la malattia ed evitare l’evoluzione di eventuali complicanze.
Le cause della calcolosi renale sono spesso provocate da una scarsa idratazione che facilita la formazione dei cristalli da cui hanno origine i calcoli, da eccessivi introiti di determinati alimenti come proteine animali, e cibi ricchi di fruttosio o sale, e il sovrappeso corporeo.
Attenzione però a non eccedere sul versante opposto, eliminando, oltre alla carne, anche tutti gli alimenti di origine animale. In linea generale la dieta vegetariana, o meglio la dieta mediterranea, fanno bene al paziente con calcolosi, la dieta vegana invece, eliminando tutti i derivati animali, come latte e formaggio, presenta qualche rischio. Questo perché viene introdotto troppo poco calcio, mentre con i vegetali può essere assunto molto sale, che per essere “digerito” a livello intestinale deve appunto interagire con il calcio. Non avvenendo questa reazione, il sale viene liberamente assorbito a livello intestinale, concludendo il suo percorso nell’organismo a livello urinario, dove lo troviamo in grandi quantità, con un aumento del rischio di formazione di calcoli.
In ogni caso, i calcoli possono rappresentare un “campanello dall’allarme, che permette al medico di riconoscere la presenza di alcune patologie: diabete, gotta, patologie delle paratiroidi o forme genetiche. Per questi motivi, così come per il fatto che i calcoli renali possono portare ad altre conseguenze, come infezioni urinarie, insufficienza renale (fino alla necessità di dialisi), e malattie cardiovascolari, è importante non sottovalutarne la presenza. Non è necessario fare esami complicati, è sufficiente eseguire un esame del sangue per verificare i livelli di alcune sostanze, come la creatinina, il calcio, il fosforo, il sodio, il potassio. Anche un banale esame delle urine è molto informativo. Si tratta di esami molto semplici che costano pochi euro, ma questo primo livello di diagnostica già consente di escludere le forme più frequenti e più importanti di cause secondarie. E magari evitare un’infezione urinaria, o meglio ancora, un infarto.

Nel video:

  • Giovanni Gambaro
    Direttore Nefrologia Ospedale Columbus Roma
Total
982
Condivisioni
Articolo Precedente

OSSA FRAGILI IN GRAVIDANZA

Articolo Successivo

INFARTO PRIMA CAUSA DI MORTE NELLA DONNA

Articoli correlati