Nuova terapia per il tumore al seno

Disponibile e rimborsabile per le pazienti italiane ribociclib, inibitore selettivo delle chinasi ciclina-dipendenti 4/6 (CDK 4/6), nuova classe di farmaci che, in aggiunta alla terapia ormonale nelle donne con tumore al seno avanzato HR+/HER2-, hanno dimostrato di migliorare i risultati ottenuti con la sola terapia ormonale e di prolungare la sopravvivenza libera da progressione.
Con la sua indicazione in prima linea rappresenta per queste pazienti un nuovo standard di trattamento.
Sebbene non si possa parlare di guarigione, quella del tumore al seno metastatico è, grazie ai progressi della ricerca scientifica, una realtà sempre più “gestibile”. Le nuove opzioni terapeutiche consentono al medico oggi un controllo via via sempre maggiore della fase definita “sopravvivenza libera da progressione”. Questo significa più tempo per le pazienti.
Ma non solo, significa anche più tempo con una buona qualità di vita, perché si tratta di terapie con un livello di tossicità più contenuto ed effetti collaterali meno impattanti.
“Si parla – ha spiegato Lucia Del Mastro, Università degli Studi di Genova, Ospedale Policlinico San Martino – di opzioni terapeutiche in grado di aumentare l’efficacia dei trattamenti anti-ormonali standard. Questo vuol dire avere a disposizione per queste donne un trattamento che è in grado di mantenere sotto controllo la malattia per un periodo di tempo molto più lungo rispetto a quello che era possibile ottenere con le opzioni precedenti. Allo stesso modo anche per i medici l’introduzione degli inibitori selettivi delle chinasi ciclina-dipendenti come ribociclib rappresenta la possibilità di effettuare un trattamento caratterizzato da un’efficacia superiore che allo stesso tempo prevede una bassa tossicità, consentendo a queste donne di poter vivere una vita pressoché normale pur continuando ad effettuare un trattamento per la loro malattia metastatica”.
Ribociclib è un inibitore selettivo delle chinasi ciclina-dipendenti, una nuova classe di farmaci che contribuiscono a rallentare la progressione del tumore inibendo due enzimi ​​chiamati chinasi ciclina-dipendenti 4 e 6 (CDK 4/6). Questi enzimi, quando iperattivati, possono consentire alle cellule tumorali di crescere e dividersi molto rapidamente. Bloccare le CDK 4/6 con maggiore precisione può avere un ruolo nel garantire che le cellule tumorali non continuino a replicarsi in modo incontrollato.
“Il vantaggio di questa classe di farmaci – ha spiegato Michelino De Laurentiis, Direttore Dipartimento Corp-S assistenziale e di ricerca dei percorsi oncologici del Distretto Toracico, Istituto Nazionale Tumori IRCCS “Fondazione G. Pascale” – è che, utilizzati appunto in prima battuta quando si sviluppano metastasi da tumore mammario ormono-sensibile, sono in grado di raddoppiare l’efficacia della terapia ormonale di base, consentendo nella maggior parte delle pazienti un ottimo controllo della malattia senza ricorrere alla chemioterapia. L’associazione tra ribociclib e ormonoterapia è infatti più efficace di qualunque chemioterapia disponibile, oltre che meglio tollerata dalle pazienti. In termini di tempo, con questa linea terapeutica a base di ormonoterapia e ribociclib è possibile avere una mediana di tempo libero dalla progressione, quindi una mediana di controllo della malattia, di circa 25 mesi. Ovviamente ogni paziente manifesta una risposta differente alle terapie, ma abbiamo già esperienza di pazienti che sono sotto controllo di malattia per anni”.

Nel video:

  • Michelino DE LAURENTIIS
    Direttore Dipartimento Corp-S Istituto Tumori Fondazione G. Pascale Napoli
  • Lucia DEL MASTRO
    Responsabile Breast Unit Ospedale Policlinico San Martino Genova
  • Luigi BOANO
    Oncology General Manager Italy Novartis
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