Incontinenza urinaria: vergogna e imbarazzo per migliaia di donne

L’incontinenza urinaria da Vescica Iperattiva è ancora un tabù: è vissuta con vergogna e imbarazzo, stravolge la vita sociale e affettiva ma chi ne è affetto non ne parla, non descrive i sintomi al medico e non sa che il problema può essere curato con farmaci specifici.

È questo lo scenario delineato da un’indagine di ISPO Ricerche che svela con un’innovativa analisi ‘netnografica’ l’impatto di questa patologia sulle donne e quanto frammentato e poco affidabile sia il panorama dell’informazione sul web.
La Sindrome da Vescica Iperattiva interessa oltre 3 milioni di italiani, che vivono ogni giorno i disagi di un disturbo che stravolge la loro vita, compromette la sfera lavorativa, sociale e affettiva. Vergogna, imbarazzo, rabbia, frustrazione, insicurezza e per le donne, maggiormente colpite da incontinenza urinaria, senso di perdita della femminilità: sono i sentimenti che scandiscono la quotidianità di queste persone. Sentimenti “sommersi” perché uno degli aspetti che contraddistinguono questa condizione è la riluttanza a parlarne e a rivolgersi al medico, nell’errata convinzione che si tratti di un problema inevitabile e che non ci siano terapie efficaci per affrontarlo.
A rompere il silenzio su questo vero e proprio tabù contribuisce adesso un’indagine condotta per conto di Astellas dall’Istituto ISPO Ricerche del professor Renato Mannheimer che ha esplorato l’impatto sulle donne dell’incontinenza urinaria da Vescica Iperattiva e l’utilizzo di internet per trovare informazioni su due fronti: da un lato, attraverso un ‘Bulletin Board’, un gruppo di discussione online al quale hanno partecipato alcune donne con incontinenza urinaria; dall’altro, un’analisi ‘netnografica’ sulle web community che si addensano spontaneamente sul tema dell’incontinenza urinaria, che ha coinvolto diversi ‘luoghi virtuali’ e i relativi utenti. L’indagine ISPO conferma che l’incontinenza urinaria è ancora oggi un tabù: lo scenario è dominato da scarsa informazione, vergogna e pregiudizi; solitudine, rassegnazione e autogestione del disturbo sono la norma. Si fatica a considerare l’incontinenza urinaria una malattia che, di conseguenza, deve essere affrontata parlandone con il medico e trattata farmacologicamente. Le donne hanno bisogno di sapere “cos’è” questa malattia, vorrebbero parlarne con qualcuno, sono disorientate, l’imbarazzo le frena e allora si rivolgono al web, ma le informazioni che circolano in internet e tra le web community sono inaffidabili, poco credibili e non aiutano a trovare percorsi di cura.

Nel video intervistati:

  • Michele Meschia
    Direttore Ostetricia e Ginecologia Ospedale “G. Fornaroli” – Magenta
  • Stefano Salvatore
    Responsabile Unità di Uroginecologia Ospedale San Raffaele – Milano
  • Renato Mannheimer
    ISPO Ricerche Andrea Tubaro, Professore di Urologia Sapienza Università di Roma
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