Diabete, farmaci sicuri anche per il cuore

Le persone con diabete tipo 2 hanno un’incidenza di malattia cardiovascolare 2-3 volte più alta rispetto ai soggetti non diabetici; un aumento del rischio che si conferma anche quando gli altri classici fattori di rischio cardiovascolare (aumento dei livelli di colesterolo, aumento della pressione arteriosa, ecc.) vengono presi in considerazione.

L’evidenza epidemiologica mostra chiaramente come con l’aumentare della glicemia (generalmente espressa come valore di emoglobina glicata, un parametro che permette di ottenere un’informazione integrata nel tempo del grado di elevazione della glicemia) aumenti l’incidenza di malattia cardiovascolare.

Sulla scorta di quanto prima ricordato, la riduzione della glicemia potrebbe essere un modo per contribuire alla riduzione del rischio di malattia cardiovascolare nella persona con diabete tipo 2.

Il miglioramento del controllo glicemico può essere ottenuto con vari provvedimenti farmacologici.

Ogni farmaco ha però caratteristiche che potrebbero impattare in modo diverso sul rischio cardiovascolare. Ad esempio, le sulfoniluree migliorano il controllo glicemico ma espongono al rischio di ipoglicemia che, nel soggetto cardiopatico, potrebbe scatenare una crisi anginosa.

Inoltre, tra le stesse sulfoniluree esistono differenze.

Questi farmaci stimolano la produzione di insulina interagendo con i canali del potassio presenti sulla cellula che produce insulina (la cellula beta del pancreas), canali che sono anche presenti a livello dei vasi ematici.

Se una sulfonilurea agisce sugli uni (stimolando la secrezione di insulina), ma anche sugli altri, il risultato sarà l’incapacità di quei vasi di adeguare il flusso ematico in caso di evento ischemico, riducendo le difese dell’organismo in caso, per esempio, di una crisi anginosa.

Al contrario, altri farmaci potrebbero, oltre all’effetto anti-iperglicemizzante, avere altri effetti favorevoli (ad esempio sulla pressione o sul profilo lipidico), il che potrebbe comportare un potenziale effetto protettivo.

Nel video:

  • Agostino Consoli
    Docente di Endocrinologia Università di Chieti
  • Stefano Del Prato
    Docente di Endocrinologia Università di Pisa
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