Il progressivo incremento dell’aspettativa di vita favorisce un aumento delle aritmie, disturbi del ritmo cardiaco o della frequenza cardiaca, cioè del numero di battiti al minuto. Il cuore può battere troppo velocemente (tachicardia) o troppo lentamente (bradicardia) oppure con un ritmo completamente irregolare (fibrillazione atriale). La maggior parte delle aritmie sono innocue, ma a volte possono impedire al cuore di riempirsi adeguatamente e di svolgere la sua funzione di pompa del sangue in circolo.
In particolare, la bradicardia consiste nel rallentamento del battito cardiaco al di sotto dei livelli normali. A riposo, la frequenza del battito del cuore è regolare e, generalmente, è compresa tra le 60 e le 100 pulsazioni al minuto.
Si parla di bradicardia quando la frequenza cardiaca è inferiore a 60 battiti al minuto e quando il rallentamento del battito cardiaco non riesce a fornire all’organismo sangue e ossigeno a sufficienza, allora rappresenta un serio problema di salute.
Il numero di battiti del cuore è controllato da segnali elettrici, e se si presenta un problema di ritmo cardiaco è possibile impiantare un pacemaker.
La tecnologia è in continua evoluzione, e recentemente è stato presentato il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo progettato per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Si tratta di un sistema che consente a due pacemaker senza elettrocateteri, dieci volte più piccoli di un pacemaker tradizionale, di comunicare e sincronizzarsi tra di loro a ogni singolo battito del cuore.
«La disponibilità in Italia del primo pacemaker bicamerale senza fili amplierà le possibilità di trattamento dei disturbi del ritmo cardiaco e dunque il numero di pazienti che potrà beneficiare dei pacemaker senza fili, una delle più grandi innovazioni nel mondo dei pacemaker degli ultimi dieci anni» commenta Claudio Tondo, Direttore del Dipartimento di Aritmologia al Centro Cardiologico Monzino IRCCS di Milano e Professore Associato del Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche all’Università Degli Studi di Milano.
Il sistema si chiama AVEIR DR, non comporta cicatrici e nemmeno la creazione di una “tasca” visibile a livello del torace, con una considerevole riduzione per il paziente dei tempi di recupero dalla procedura di impianto e dei rischi connessi agli elettrocateteri e alla tasca. «Il sistema di pacemaker senza fili è in grado di stimolare elettricamente tutto il cuore, come i sistemi tradizionali, ma con molti vantaggi in più per i pazienti» conferma Antonio Curnis, Responsabile del Laboratorio di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione agli Spedali Civili di Brescia. «Sono convinto che questa innovativa tecnologia abbia il potenziale per sostituire gradualmente gli impianti tradizionali».
Nel video:
- Claudio TONDO, Direttore Dipartimento di Aritmologia, Centro Cardiologico Monzino IRCCS di Milano
- Stefano GUARRACINI, Primario Cardiologia e Responsabile Emodinamica Clinica Pierangeli di Pescara
- Antonio CURNIS, Responsabile Laboratorio di Elettrofisiologia ed elettrostimolazione Spedali Civili di Brescia