I dati sono il futuro della sanità e gli strumenti per una reale innovazione 

I Big Data in sanità hanno la potenzialità di orientare le politiche per la salute, indirizzare gli investimenti in ricerca e sviluppo e influenzare la vita dei singoli individui e dellintera popolazione, oltre che generare un importante ritorno economico. Su questo assunto si basa la pubblicazione “I dati. Il futuro della sanità. Strumenti per una reale innovazione, realizzata da Fondazione Roche in collaborazione con Edra SpA, che sul tema raccoglie i contributi di 39 esperti e ricercatori con l’obiettivo di analizzare le problematiche e le potenzialità dei dati a fini di ricerca e di ottimizzazione dei servizi, a vantaggio dei cittadini, del Servizio Sanitario Nazionale e delle imprese. 

L’innovazione nel Sistema Salute si fonda anche su una maggiore valorizzazione dei dati sanitari, resa possibile dalla sanità digitale che, a sua volta, si fonda sull’interoperabilità dei sistemi, permettendo la condivisione dei dati elaborati nella ricerca clinica, raccolti nella pratica clinica o custoditi presso registri pubblici o privati. 

Dal volume – curato da Francesco Frattini, Segretario Generale Fondazione Roche, e Fausto Massimino, Direttore Generale Fondazione Roche – emerge con chiarezza la necessità di coniugare privacy, etica e ricerca medico-scientifica e come grazie ai dati si possa migliorare in maniera significativa la qualità della vita delle persone, in virtù di decisioni politiche in grado di conciliare diritti individuali e innovazione.

Il patrimonio dei dati sanitari teoricamente a disposizione del Paese è attualmente sottoutilizzato, sia per le differenze di gestione a livello territoriale e di singole strutture, sia per approcci conservativi da parte dei soggetti pubblici e privati. Le leggi nazionali ed europee per la protezione dei dati personali, infatti, vengono talora interpretate in senso restrittivo, anche in relazione a possibili utilizzi delle informazioni leciti e non invasivi, che potrebbero generare un beneficio per i singoli e la collettività.  

Rilevante, infine, è il ruolo dell’Europa, dopo che la Commissione UE ha avviato la creazione di uno spazio comune dedicato ai dati sanitari. La condivisione e linterscambio dei dati tra tutti gli Stati Membri è unesigenza non procrastinabile, come emerso durante la pandemia da Covid-19. In questo contesto, le autorità, gli enti sanitari e le imprese che operano in Italia devono cogliere le opportunità che si presentano, anche nell’ambito della ricerca scientifica sanitaria, evitando derive burocratiche e interpretando la normativa con criteri di ragionevolezza e sulla base di piorità condivise. E’ questo infatti un settore di importanza strategica per lo sviluppo del Paese, ma soprattutto per la tutela del diritto fondamentale alla salute (art.32 Cost.), e l’Italia non si può quindi permettere una gestione di retroguardia rispetto agli altri paesi europei.

Nel video:

Francesco Frattini, Segretario Generale Fondazione Roche, e Fausto Massimino, Direttore Generale Fondazione Roche

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