La prima immunoterapia “su misura” per il tumore dell’endometrio in fase avanzata

I tumori dell’endometrio rappresentano la quasi totalità delle neoplasie del corpo dell’utero. Colpiscono più frequentemente donne in menopausa, tra i 50 e i 70 anni. In Italia si stimano 9000 nuove diagnosi all’anno. Nove  tumori dell’endometrio su dieci si manifestano con sanguinamento vaginale anomalo, per esempio dopo la menopausa o in un momento diverso rispetto a quanto previsto con il flusso mestruale normale nelle donne in età fertile.

Il fatto che questo sintomo si presenti in genere già all’esordio della malattia fa in modo che nell’80 per cento venga diagnosticato in fase iniziale, quando è ancora confinato all’utero. In ogni caso la chirurgia rappresenta il trattamento d’elezione a cui seguono le diverse terapie in base allo stato di evoluzione della malattia.

Fino all’avvento dell’immunoterapia il tumore dell’endometrio localmente avanzato o metastatico  era una malattia orfana di trattamento. Le donne che progredivano alla prima terapia erano senza speranze di cura e di poter prolungare la propria sopravvivenza. La ricerca in questi casi ha giocato una carta decisiva, quella dell’immunoterapia: un anticorpo monoclonale, il dostarlimab, oggi è in grado di riattivare la capacità dell’organismo di difendersi da solo. Il farmaco, approvato recentemente in Italia, ha mostrato di esercitare un’attività antitumorale duratura in una paziente su tre, cioè quelle in cui i medici, grazie all’utilizzo di “marcatori” mirati, possono prevedere una risposta efficace all’immunoterapia.

«In queste pazienti il tasso di risposta è estremamente elevato e con dati davvero positivo per quanto riguarda la rapidità della risposta, che porta un immediato beneficio in termini di qualità di vita alle pazienti» conferma Nicoletta Colombo, docente di Ginecologia e Ostetricia all’Università di Milano Bicocca. «In più, c’è un altro aspetto davvero molto interessante: si è visto quanto queste risposte siano durature, con un impatto decisivo sulla sopravvivenza libera da progressione della malattia»

La nuova terapia si aggiunge ai più recenti trattamenti nel campo dei tumori ginecologici, nel quale stiamo assistendo ad una vera rivoluzione epocale.

«Dopo i successi della medicina personalizzata nella cura di altri tumori ginecologici accogliamo con entusiasmo l’approvazione di dostarlimab, il nuovo farmaco immunoterapico che apre nuove speranze di vita non solo ad ogni donna che sta lottando contro un tumore avanzato dell’endometrio ma anche ai suoi familiari. Perché non bisogna mai dimenticare la tremenda capacità che un tumore femminile ha di ripercuotersi sul futuro dell’intera famiglia. Non a caso qualcuno ha detto: se sta bene la donna sta bene la società» commenta Nicoletta Cerana, presidente di Acto Onlus.

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