Grazie agli screening precoci la mortalità per i tumori del polmone potrebbe essere ridotta del 20 per cento

LO SCREENING del tumore del polmone può evitare ogni anno, in Italia, oltre 5mila decessi. È uno dei dati che gli esperti della neoplasia portano all’attenzione degli italiani per lanciare un messaggio: c’è un esame che può cambiare il destino delle persone più a rischio, per età ed esposizione al fumo, intervenendo per cercare di evitare che diventino pazienti: è la tomografia computerizzata del torace a basso dosaggio (Low-Dose Computed Tomography, Ldct). 

La Tac spirale può salvare la vita perché permette di diagnosticare la maggior parte dei tumori polmonari in uno stadio iniziale, quando la chirurgia è curativa e può essere poco invasiva, quando il trattamento con farmaci innovativi può aumentare le chance di guarigione.

Oggi il 75-80% dei casi di carcinoma polmonare è diagnosticato in fase avanzata, con ridotte probabilità di guarigione e con costi elevati a livello individuale e sociale. «Numerosi studi hanno valutato la Tac spirale e tutti hanno dimostrato che la percentuale dei tumori diagnosticati tramite screening allo stadio iniziale, suscettibile di resezione chirurgica, sono superiori al 50% dei casi, arrivando a punte del 68%» osserva Giorgio Vittorio Scagliotti, direttore della Divisione di Oncologia medica dell’università di Torino. «Nelle nostre casistiche cliniche di grandi istituzioni che si occupano della neoplasia, la percentuale di chi viene diagnosticato precocemente con i processi tradizionali non supera il 25%. Gli studi clinici hanno dimostrato che questo approccio riduce del 20-25% la mortalità nei forti fumatori, che si può tradurre in oltre 5mila decessi in meno ogni anno nel nostro Paese».

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