Al via la campagna “Fatti più in là” per informare sulle malattie infiammatorie croniche dell’intestino

Prende il via la campagna “Fatti più in là– Allontaniamo insieme Malattia di Crohn e Colite Ulcerosa” realizzata con l’obiettivo di favorire l’informazione e la sensibilizzazione sulle malattie infiammatorie croniche dell’intestino (MICI) e sulle sfide che i pazienti affrontano quotidianamente anche nel portare a termine le azioni più semplici. Queste malattie, infatti, diventano un pensiero costante, una presenza indesiderata che – anche nei periodi di remissione – s’intrufola prepotentemente nella vita di tutti i giorni e disturba ogni situazione, alterandone la normalità e alimentando ansia e imbarazzo. La campagna è promossa da Janssen Italia, l’azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson, in collaborazione di AMICI Onlus e Ig-IBD (Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Diseases).

“Colite ulcerosa e malattia di Crohn hanno un forte impatto sulla qualità di vita delle persone che ne soffrono e rendono difficili tanto le relazioni personali e più intime, quanto quelle lavorative e sociali”, spiega Salvo Leone, Direttore Generale AMICI Onlus, l’associazione che tutela le persone colpite da MICI. “Inoltre, queste malattie hanno delle importanti ricadute dal punto di vista economico, sia per il Sistema Sanitario Nazionale che per le persone che ne sono affette. Secondo un’indagine che AMICI Onlus ha condotto con Altems, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ogni anno i costi sostenuti da un paziente con malattie infiammatorie croniche dell’intestino sono pari mediamente a 750 euro, e se consideriamo inoltre le perdite di produttività e i costi variabili, quali quello per esempio di essere accompagnati a visita da un familiare si arriva a circa 2.250 euro annui. Per questi motivi è molto importante portare avanti campagne di sensibilizzazione che possano rompere il silenzio su queste patologie e creare delle reti di sostegno e collaborazione virtuosa intorno ai pazienti e alle loro famiglie”.

“Ciò assume un valore ancora maggiore nel momento storico attuale in cui la pandemia Covid-19 sta ponendo nuovi problemi a chi convive con malattie croniche e a chi queste patologie le deve gestire”, prosegue Leone. “Siamo sicuramente favorevoli alle misure necessarie per il contenimento del virus SarsCov2 e per rispondere alle emergenze legate alla pandemia, ma non si possono bloccare le cure, mettendo a rischio i cittadini affetti da patologie croniche già provati da liste di attesa e rinvii conseguenti al primo lock-down. Sarebbe una grave limitazione del diritto alla salute che genererà una dolorosa emergenza nell’emergenza sanitaria per il mondo della cronicità, dei caregiver, e più in generale per l’intero Sistema”.

Le malattie infiammatorie croniche dell’intestino si manifestano prevalentemente in una fascia di età compresa tra i 15 e i 40 anni, tanto negli uomini quanto nelle donne; si stima che in Italia circa 250.00 persone ne siano affette. Le cause scatenanti sono ad oggi sconosciute, ma si ritiene che siano dovute a diversi co-fattori tra la genetica e i fattori ambientali. Si tratta di patologie croniche e recidivanti, il cui andamento è caratterizzato dall’alternarsi di episodi acuti, che impattano fortemente sulla qualità di vita, seguiti da periodi di remissione clinica.

“Queste malattie, proprio per l’impatto che hanno sulla quotidianità dei pazienti, sono associate a numerose comorbilità fisiche e psicologiche, come la depressione e lo stress. Riunioni di lavoro, la pianificazione della giornata, stare a tavola con la famiglia possono essere attività incredibilmente difficili per chi ne soffre, che non di rado rischia il posto di lavoro o un demansionamento a causa della malattia”, aggiunge Marco Daperno, Segretario Generale IG-IBD, Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease. “Ma oggi grazie ai progressi terapeutici e all’adozione di stili di vita adeguati, le fasi acute possono essere tenute lontane per un periodo sempre più lungo, con importanti benefici clinici e psicologici per i pazienti. Questo terzo incomodo può essere allontanato se si lavora bene ed assieme: pazienti, medici, chirurghi. Di questo e delle novità del settore, come anche dei rapporti tra COVID19 e MICI, parleremo all’undicesimo congresso della Società Scientifica di riferimento per lo studio e la cura delle MICI, IG-IBD, che si terrà in modalità virtuale dal 29 novembre al 5 dicembre”.

La campagna “Fatti più in là – Allontaniamo insieme Malattia di Crohn e Colite Ulcerosa” sarà promossa sulle pagine Facebook e Instagram di Mici360 e sull’omonimo sito internet all’interno del quale pazienti e caregiver troveranno informazioni e consigli su tanti aspetti della convivenza con la malattia: dalla vita di coppia alle abitudini alimentari, passando per lavoro, viaggi e sport. Voce e volto della campagna sarà l’irriverente conduttore radiofonico e televisivo Rudy Zerbi che, interpretando la parte del terzo incomodo, realizzerà dei contributi video per amplificare i messaggi della campagna verso il grande pubblico.

“Sono felicissimo di aver aderito a questo progetto, perché credo sia fondamentale raccontare il più possibile. Spesso queste malattie colpiscono soggetti davvero molto giovani e io ho subito pensato a loro, che possono essere i più fragili e, probabilmente, anche i più in imbarazzo nel parlare delle problematiche che devono affrontare”, afferma Rudy Zerbi. “Credo sia fondamentale portare queste tematiche all’attenzione del grande pubblico perché più se ne parla, più si informa, più si può sperare in una connessione emotiva, per arrivare alla più totale inclusione per tutte le persone che soffrono di queste malattie, senza che si sentano mai emarginate”.

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