Approvato atezolizumab per il trattamento di pazienti con tumore al polmone a piccole cellule e tumore al seno metastatico triplo-negativo

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) annuncia l’approvazione di due nuove indicazioni terapeutiche di atezolizumab in combinazione con carboplatino ed etoposide per il trattamento di prima linea di pazienti adulti con carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio esteso (ES-SCLC) e di atezolizumab in associazione al chemioterapico nab-paclitaxel per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma mammario triplo-negativolocalmente avanzato non resecabile o metastatico (mTNBC), positivo al biomarcatore PD-L1 (≥ 1%), non precedentemente trattati con chemioterapia per la malattia metastatica. Atezolizumab rappresenta una vera e propria rivoluzione nel campo delle immunoterapie e segna un reale punto di svolta per il trattamento di due forme tumorali gravi, che da troppo tempo non vedevano progressi nelle possibili soluzioni terapeutiche per i pazienti.

Atezolizumab, prima immunoterapia nel tumore polmonare a piccole cellule

Il microcitoma, o carcinoma polmonare a piccole cellule, rappresenta circa un quinto dei tumori polmonari in assoluto: ogni anno vengono diagnosticati in Italia circa 8.000 casi. È particolarmente aggressivo e si sviluppa rapidamente, per cui non si riesce ad intervenire a livello chirugico: la patologia viene generalmente trattata con chemioterapia e radioterapia.

“Per la prima volta con atezolizumab in associazione a chemioterapia possiamo proporre al paziente un’immunoterapia che ha dimostrato di essere efficace in termini di aumento della sopravvivenza anche nel microcitoma. Dopo anni in cui l’unica opzione era rappresentata dalla chemioterapia, oggi questa combinazione è il nuovo standard di cura nella malattia estesa. Si tratta di un passo avanti molto significativo”, ha spiegato il Prof. Cesare Gridelli, Direttore del Dipartimento di Onco-ematologia dell’Azienda Ospedaliera Moscati di Avellino. Per fare la differenza in termini di sopravvivenza, resta fondamentale, alla luce delle caratteristiche di aggressività e rapida evoluzione peculiari di questa grave forma di tumore polmonare, indirizzare tempestivamente il paziente alla diagnosi e somministrare il trattamento con immunoterapia associata a chemioterapia fin dal primo ciclo di cura”.

Grazie all’innovativo meccanismo d’azione di atezolizumab, si aprono prospettive importanti nella cura di una forma tumorale che rappresenta uno dei principali bisogni insoddisfatti della moderna oncologia. E, soprattutto, si conferma che l’immunoterapia, che agisce potenziando il sistema immunitario dell’organismo contro le cellule tumorali, può essere d’aiuto nella cura ci queste neoplasie.

“Con atezolizumab negli studi clinici si è ottenuta una riduzione del 30% del rischio di morte. La sinergia tra immunoterapia e chemioterapia ha dimostrato di avere un effetto di controllo sulla malattia che aumenta la sopravvivenza”, ha concluso il Prof. Cesare Gridelli.

Il ruolo di atezolizumab nel tumore della mammella triplo-negativo

Oltre che per il carcinoma polmonare a piccole cellule, atezolizumab è stato approvato anche per il carcinoma mammario triplo-negativo, che rappresenta il 15% dei tumori alla mammella e che per cui, ad oggi, l’unico trattamento disponibile per la maggior parte delle donne affette da questa forma è stata la classica chemioterapia.

“Il valore di atezolizumab per questa tipologia di tumore è che si può avere un farmaco che migliora la performance della chemioterapia e quindi offre nuove opportunità di cura per le donne che possono essere trattate con questa nuova opzione terapeutica”, ha spiegato la Prof.ssa Lucia Del Mastro, Professore di Oncologia dell’Università di Genova, Responsabile Breast Unit IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova, Membro Direttivo Nazionale AIOM. “L’impiego del farmaco ci consente di migliorare il controllo della malattia e influisce positivamente sull’aspettativa di vita. I dati derivanti da studi pubblicati mostrano che la somministrazione della chemioterapia associata a atezolizumab in un sottogruppo che rappresenta circa il 40% di tutte le pazienti con carcinoma mammario metastatico triplo negativo determina un prolungamento della sopravvivenza rispetto all’utilizzo del trattamento standard rappresentato dalla sola chemioterapia”.

Nel corso dell’ultimo Congresso Virtuale ESMO 2020, che si è appena concluso, Roche ha presentato gli ultimi dati degli studi di Fase III Impassion130 per la valutazione di atezolizumab in combinazione con nab-paclitaxel in pazienti con carcinoma mammario metastatico triplo-negativo con un’espressione PD-L1 positivo.

“L’analisi finale dei dati dello studio IMpassion130 conferma che il trattamento con atezolizumab in associazione a chemioterapia con nab-paclitaxel migliora in maniera clinicamente significativa la sopravvivenza delle donne con tumore della mammella triplo negativo metastatico PD-L1 positivo. Si parla di una riduzione del rischio di morte del 33 per cento, associata al prolungamento della sopravvivenza di queste pazienti di 7,5 mesi. Un risultato che conferma quindi l’importante beneficio che può essere raggiunto per queste pazienti, per le quali finalmente il farmaco è ora rimborsato in Italia”, continua la Prof.ssa Lucia Del Mastro.

“Da ESMO arrivano anche i risultati dello studio IMpassion131, che ci “insegnano” come occorre scegliere con cura il trattamento di chemioterapia da associare all’immunoterapia con atezolizumab, per ottenere i migliori risultati. In questo senso, il paclitaxel potrebbe non essere il farmaco giusto da associare a atezolizumab. Ma sono convinta che la strada sia tracciata e che in futuro avremo nuove, ulteriori informazioni che confido saranno positive sui trattamenti di immunoterapia per questa forma tumorale della mammella”, ha concluso la Prof.ssa Del Mastro.

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