Le disposizioni anti covid-19 potrebbero limitare la diffusione dell’influenza

La stagione influenzale è ormai alle porte e ai classici timori se ne aggiungono di nuovi, data la concomitanza con la pandemia da Coronavirus. Per capire quale influenza ci aspetta, come sarà possibile distinguerla dal Covid-19 e quali saranno le buone pratiche da mettere in atto, Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica, ha fatto il punto con il Prof. Fabrizio Pregliasco, Virologo e Direttore sanitario I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi, e il Dott. Claudio Cricelli, Presidente SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, presentando una ricerca sull’influenza che ci aspetta durante la prossima stagione invernale.

“Guardando a quello che sta accadendo nell’emisfero australe – ha precisato il Prof. Pregliasco – sappiamo che sono state individuate due varianti di tipo A e una nuova variante di tipo B e che la stagione influenzale potrebbe essere caratterizzata da un’intensità medio-alta. In linea con quanto registrato negli anni precedenti, saranno tra i 6 e gli 8 milioni gli italiani che rimarranno a letto. Al tempo stesso, però, notiamo come le azioni preventive, messe in atto per il contenimento della pandemia da Covid-19, stiano limitando anche la diffusione della classica influenza stagionale, rendendola nei fatti più blanda”.

Rimane centrale la capacità di distinguere la semplice influenza stagionale dai sintomi da Covid-19: come dimostra, infatti, la ricerca condotta da Assosalute, il timore più diffuso tra gli italiani è proprio quello di non essere in grado di saperle distinguere prontamente, (33% degli intervistati), seguono il timore di non poter ricevere cure adeguate (14,7%), soprattutto tra gli over 65, e la paura di un nuovo isolamento(14%), soprattutto tra i più giovani.

“Distinguere la normale influenza dal Covid-19 non è così semplice – continua Pregliasco – nonostante i due virus siano diversi, i sintomi che caratterizzano l’influenza stagionale e il Covid-19 sono molto simili; l’unico modo certo per fare una diagnosi differenziale è, quindi, quello di eseguire il tampone. È bene ricordare che l’influenza con cui abbiamo a che fare tutti gli anni presenta sempre le medesime caratteristiche: insorgenza brusca di febbre oltre i 38°, presenza di almeno un sintomo sistemico (dolori muscolari/articolari) e di un sintomo respiratorio (tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale, mal di gola). La momentanea perdita (anosmia) o diminuzione dell’olfatto (iposmia), la perdita (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia), sono, invece, tipici e non legati all’influenza stagionale. Attenzione anche ai bambini: se assistiamo al verificarsi di un unico sintomo respiratorio, è verosimile che siamo di fronte a malanni di stagione; se, invece, se ne verifica più di uno contemporaneamente, è bene fare ulteriori accertamenti”.

Inoltre, ricorda il Prof Cricelli, Presidente della SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie “sarà il medico di medicina generale, qualora ravvisi un sospetto Covid-19, a far intervenire l’unità diagnostica per gli accertamenti”.

Se l’influenza che ci aspetta non sarà di fatto dissimile da quella che incontriamo abitualmente in questa stagione, ciò che cambia è l’atteggiamento degli italiani in caso di sintomi influenzali. Come rivelato dalla ricerca di Assosalute, infatti, se nel 2019 il 55% degli intervistati dichiarava che il primo comportamento, in caso di febbre, sarebbe stato rimanere a casa, riposare e assumere farmaci da banco, oggi lo conferma soltanto il 37,1%, aumentano, infatti, coloro che si rivolgeranno subito al parere del medico di base il 34,5%, rispetto al 12,3% del 2019.

Come ci ricorda il Dott. Cricelli, infatti, “i medici di medicina generale si stanno preparando all’arrivo della prossima stagione influenzale, informando le persone in tutti i modi possibili. Abbiamo, infatti, recentemente distribuito una guida per il rientro sicuro a scuola, in aggiunta a informative e documenti che abbiamo prodotto in questi mesi proprio per arrivare preparati. Da aprile tutti i MMG sono dotati di sistemi informativi all’avanguardia che permettono di avere velocemente il quadro clinico del paziente e di poter, quindi, fare una diagnosi precisa e contestualizzata dei sintomi che presenta, anche a distanza; questo permette una gestione sofisticata di tutte le patologie, compresa l’influenza stagionale e il Covid-19”.

Stabili rispetto all’anno scorso, le figure di riferimento in caso di febbre: il 53% degli italiani continuerà a rivolgersi al medico di base, seguito dal 28,4% che, invece, si affiderà alla propria esperienza, curandosi con gli usuali farmaci di automedicazione, soluzione più diffusa a cui farà ricorso, se necessario, il 60,6% degli italiani; cala invece il numero di coloro che si rivolgeranno al farmacista, sono il 14,6% degli intervistati, rispetto al 23,2% del 2019.

In caso di febbre, quindi, che fare? “Al principio sempre valido di automedicazione responsabile – continua Pregliasco – si aggiunge quest’anno il comportamento responsabile. Rimanere in casa se si manifestano i sintomi e isolarsi dagli altri, non andare al Pronto Soccorso né presso gli studi medici ma chiamare al telefono il medico di famiglia, la guardia medica o i numeri verdi regionali o di pubblica utilità 1500. Rimangono validi i classici consigli come: evitare gli sbalzi di temperatura, prediligere un’alimentazione corretta e cercare di non affaticare troppo il sistema immunitario, mantenendo, ad esempio, una sana flora intestinale con l’aiuto dei probiotici”. Così come confermato anche dal Dott. Cricelli che ricorda come “rispetto alle passate stagioni influenzali, l’indicazione quest’anno è di non aspettare di vedere se i sintomi influenzali passano in tre giorni prima di sentire il proprio medico ma di contattarlo telefonicamente quando insorgono, per monitorare la situazione e concordare insieme un’automedicazione responsabile. È importante, infatti, evitare di azzerare i sintomi dell’influenza e rischiare di nascondere il vero quadro della situazione”.

Attenzione anche all’utilizzo dei medicinali, quelli di automedicazione, riconoscibili grazie al bollino rosso che sorride sulla confezione: sono sicuri e utilizzabili autonomamente dietro consiglio di medico e farmacista, mentre “gli antibiotici – ricorda il Prof. Pregliasco – devono essere utilizzati solo ed esclusivamente dietro prescrizione medica”.

Infine, riguardo al vaccino antinfluenzale, tema dibattuto ogni anno e quanto mai centrale in queste settimane, se ne prevede un aumento della domanda, rispetto al 2019, del 160%, “saranno previste 6-7 milioni di dosi in più rispetto allo scorso anno – continua Cricelli – proprio perché la copertura che vogliamo raggiungere è molto più alta; la campagna vaccinale poi andrà avanti anche a novembre e dicembre, con la cosiddetta vaccinazione tardiva, che ha la stessa efficacia del vaccino fatto a inizio stagione”.

“La vaccinazione è un’opportunità per tutti – conclude Pregliasco – ma si fa chiaramente più importante laddove l’età sia avanzata e siano presenti patologie che indeboliscano il soggetto, oltre che in caso di gravidanza. Quest’anno è importante vaccinarsi per permettere ai medici di effettuare la cosiddetta diagnosi differenziale. Infine, è importante ricordare che, anche se ci si sottopone al vaccino antinfluenzale, è possibile che uno dei sintomi parainfluenzali si presenti, non per questo bisogna pensare subito che sia Covid-19, ma si devono assumere in ogni caso i comportamenti responsabili sopra citati”.

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