Influenza, arriva il vaccino prodotto su cellule

Contro il virus “trasformista” dell’influenza, pronto a modificarsi anche in maniera significativa, dalla scienza arriva a una contromisura ancora più efficace. È disponibile infatti in Italia il primo vaccino quadrivalente prodotto su cellule, al posto del tradizionale sistema di crescita su uova, che promette di rivoluzionare la vaccinazione antinfluenzale.
Il vaccino quadrivalente realizzato con tecniche di coltura cellulare è stato messo a punto da Seqirus, azienda parte del Gruppo australiano CSL Limited, leader nella prevenzione dell’influenza ed è già stato inserito nella circolare ministeriale per il controllo e la prevenzione dell’influenza per la stagione 2019-2020.
Secondo il CDC, Center for Disease Control and Prevention statunitense, i virus influenzali coltivati su uova subiscono dei cambiamenti che inducono l’organismo a produrre degli anticorpi meno efficienti nel prevenire la malattia causata dallo specifico virus influenzale in circolazione. Mantenendo, invece, il virus nelle cellule sin dall’isolamento iniziale, si riduce il rischio di cambiamenti del virus causati dall’adattamento alla crescita su uova e, quindi, il vaccino conterrà componenti virali più simili a quelli del virus circolante.
“La grande sfida è quella dell’appropriatezza – ha dichiarato Paolo Bonanni, Ordinario di Igiene all’Università di Firenze – oggi, grazie alla presenza di vaccini diversificati come il quadrivalente e il trivalente adiuvato e alle indicazioni contenute nelle linee guida ministeriali per il controllo e la prevenzione dell’influenza, possiamo davvero offrire una prevenzione mirata in base all’età e alla condizione del paziente. Tuttavia, non dobbiamo mai smettere di cercare nuove tecniche per fare in modo che la protezione offerta sia la massima possibile. In questo senso gli studi scientifici hanno dimostrato che alcuni virus di tipo A H3N2, quando vengono coltivati su uova, subiscono cambiamenti che portano a una riduzione dell’efficacia dei vaccini antinfluenzali stessi. Quando il vaccino viene invece prodotto con procedimenti interamente estranei alla coltura su uova, come quella su substrato cellulare, le componenti del virus A H3N2 sono in grado di offrire una protezione più mirata, e pertanto potenzialmente migliore”.
Una conferma in questo senso viene da studi condotti negli Stati Uniti. Uno studio presentato alla Canadian Immunization Conference (CIC) relativo a un’analisi effettuata su oltre 1,3 milioni di cartelle cliniche, ha evidenziato come negli Stati Uniti, durante la stagione influenzale 2017-18, il vaccino quadrivalente prodotto su coltura cellulare sia stato più efficace del 36,2% rispetto ai vaccini quadrivalenti standard coltivati su uova nella prevenzione delle sindromi influenzali nelle persone a partire dai 4 anni.
La valutazione di costo-efficacia dei vaccini messi a disposizione della popolazione è fortemente raccomandata sia dall’Oms che dal Ministero della Salute. A questo proposito, grazie alla collaborazione tra i ricercatori dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma e della Fondazione Bruno Kessler di Trento, è stato recentemente sviluppato un innovativo modello matematico al fine di valutare il possibile impatto sociosanitario ed economico dell’introduzione in Italia del vaccino antinfluenzale quadrivalente su coltura cellulare.
“È molto importante valutare i vaccini anche sotto il profilo della loro costo-efficacia. La vaccinazione antinfluenzale raccomandata dal Ministero della Salute evita ogni anno più di un milione di casi di influenza in Italia – commenta Caterina Rizzo dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma – l’introduzione del vaccino quadrivalente coltivato su coltura cellulare (QIVc) in Italia permetterebbe (in una stagione di media incidenza) di evitare più di 700mila casi di influenza e 200mila visite mediche in più rispetto allo scenario attuale. I dati mostrano che il nuovo QIVc in Italia è altamente costo-efficace o addirittura cost-saving in tutte le fasce di età. I dati epidemiologici, peraltro, confermano come la vaccinazione rappresenti uno strumento di sanità pubblica efficacissimo, sia per il singolo che per la comunità, ma come al contempo questo valore non sia ancora riconosciuto completamente”.
“Abbiamo avuto un periodo iniziale di bassa incidenza, protrattosi fino alla fine di dicembre 2018, seguito da un intensificarsi dell’attività virale con l’inizio del nuovo anno – precisa Giovanni Rezza, Direttore Dipartimento Malattie Infettive Iss – nelle prime cinque settimane del 2019 l’incidenza è aumentata fino al raggiungimento del picco epidemico, con un livello pari a circa 14 casi per mille assistiti, valore che colloca la stagione a un livello di ‘alta intensità’. In totale, dall’inizio della stagione influenzale, sono stati stimati circa 8.104.000 i casi di sindrome influenzale e sono stati segnalati 809 casi gravi di influenza confermata, dei quali 198 deceduti. Per quanto riguarda i casi gravi l’81% dei soggetti risultava non vaccinato”.
Sebbene la fascia di età più colpita, in termini di incidenza, sia quella dei bambini, ogni anno la popolazione più anziana e i soggetti fragili con fattori di rischio sia patologici (malattie croniche) che fisiologici (gravidanza) risultano interessati da complicanze gravi, ospedalizzazioni e decessi. L’ultima epidemia, peraltro, ha seguito questo trend.
“La speranza per il futuro è che sempre più persone si vaccinino per l’influenza stagionale –conclude Bonanni – e che grazie alla disponibilità dei vaccini prodotti con coltura cellulare si amplino le opzioni disponibili per prevenire il rilevante tasso di ricoveri e di mortalità correlati all’influenza che si registra ogni anno in Italia e in Europa”.

Nel video:

  • Paolo BONANNI
    Professore di Igiene Università di Firenze
  • Caterina RIZZO
    Ospedale Bambino Gesù di Roma
  • Maura CAMBIAGGI
    Managing Director Seqirus Italia
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