Al via la campagna “Hiv: guardiamo oltre”

Nasce HIV: GUARDIAMO OLTRE (www.hivguardiamoltre.it), la prima Campagna internazionale di sensibilizzazione del paziente con HIV, focalizzata sul tema dell’invecchiamento e delle comorbidità associate. La Campagna, realizzata con il supporto incondizionato di Gilead, è attiva in 15 Paesi europei e in Italia è patrocinata da SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, Nadir Onlus, Nps (Network Persone Sieropositive), Anlaids, Asa Onlus, Arcobaleno Aids e Plus Onlus.
La campagna prevede informazioni specifiche su come “invecchiare bene”, risposte alle domande più frequenti sull’HIV, video-interviste con i consigli degli esperti e delle Associazioni coinvolte nel progetto. “Da una parte i pazienti devono comprendere che trattare la malattia non implica solo la soppressione della quantità di virus nel corpo (carica virale) ma prevede un approccio “multidimensionale” da condividere sul lungo periodo con il proprio medico; dall’altra lo specialista deve essere in grado di offrire screening di primo livello per le comorbidità più frequenti.
Nel paziente con HIV patologie come il diabete, l’ipertensione, le malattie cardiovascolari, le nefropatie, l’osteoporosi, disturbi cognitivi e la steatosi epatica aumentano la loro prevalenza con l’età, ma anche a causa dell’aumentata infiammazione che il virus stesso provoca. Rispetto agli individui non infetti, nei pazienti HIV positivi le comorbidità possono insorgere più precocemente. In particolare questi hanno maggiori probabilità di sviluppare CVD (patologie cardiovascolari), fratture ossee e insufficienza renale.
Le malattie cardiovascolari sono più comuni, con un rischio di ipertensione che raggiunge il 43%, e quello di infarto il 5% (contro l’1% della popolazione generale). Aumentano anche l’incidenza dell’osteoporosi, che comporta il 50% di rischio in più di subire fratture, i disturbi neuro-cognitivi che insorgono nel 52–59% dei pazienti, mentre ansia e depressione colpiscono fino al 26% di personE affette da HIV in Europa rispetto al 7% della popolazione generale. La probabilità di sviluppare tumori è in media il doppio rispetto alla popolazione generale, il rischio di epatite cronica è superiore di otto volte, e quello di insufficienza renale di cinque volte.
Anche nella cura delle comorbidità esistono differenze di genere che vanno tenute in considerazione. C’è tutta una serie di patologie proprie della donna, come per esempio le malattie neoplastiche a carico dell’utero che nella donna HIV positiva sono molto più frequenti rispetto alla donna HIV negativa, a causa dell’infezione da papilloma virus. Inoltre è importante uno stretto controllo dello stato delle ossa per la prevenzione dell’osteoporosi. Infine le donne affrontano spesso l’infezione da HIV in maniera diversa dagli uomini: sono più angosciate nell’affermare la propria HIV positività al proprio partner, incorrono più facilmente in depressione e spesso antepongono la cura dei figli e della famiglia alla cura di se stesse.
È necessario, dunque, cercare di occuparsi non tanto di invecchiare, ma di come invecchiare.

Nel video:

  • Massimo Andreoni
    Direttore Unità Malattie Infettive Policlinico Tor Vergata Roma
  • Antonella D’Arminio Monforte
    Direttore Clinica Malattie Infettive Polo Universitario di Milano
  • Simone Marcotullio
    Vice Presidente Associazione Nadir
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