Raffreddore allergico sotto controllo

Rinite allergica: si avvertiva l’esigenza di disporre di un linguaggio comune e condiviso tra medici e pazienti per codificare il controllo dei sintomi. Oggi questo obiettivo è stato raggiunto grazie all’introduzione di una nuova scala di misurazione visivo-analogica (VAS). Questo sistema di valutazione è alla base di una nuova App gratuita, Diario dell’Allergia, sviluppata insieme agli esperti del gruppo MACVIA ARIA. Il valore dalla VAS e della App è quello di offrire un supporto concreto al paziente e al medico nella gestione quotidiana della rinite allergica, favorendo una migliore compliance alle terapie. L’utilizzo della App è semplice e intuitivo: gli utenti possono assegnare un punteggio al grado di fastidio della propria sintomatologia, utilizzando la VAS. I valori assegnati e il loro andamento vengono poi visualizzati all’interno di tre categorie, che rilevano se i sintomi sono: ben controllati (verde), parzialmente controllati (giallo) e non controllati (arancione).

La rinite allergica (RA) è stata per decenni ed è tuttora classificata come uno dei disturbi cronici maggiormente diffusi al mondo. Tuttavia, la percezione comune tende a banalizzarla sul piano di un semplice raffreddore, curabile solo con un fazzoletto da tenere a portata di mano se si va in campagna. Secondo la fotografia scattata da GfK Eurisko per Meda Pharma, sono oltre 6 milioni gli italiani che ne soffrono e, nonostante la maggioranza (64%) ricorra all’impiego di farmaci, non riesce a raggiungere un buon controllo dei sintomi: quasi 8 su 10 (75%) considerano il disturbo come molto o estremamente fastidioso e 1 su 2 (47%) lo reputa molto o estremamente serio.
L’identikit degli italiani alle prese con la patologia, registra: giovani (oltre il 50% è under 44 anni), con una leggera prevalenza al femminile (le donne colpite sono il 55% contro il 45% degli uomini) e quasi il 40% soffre del disturbo in modo cronico e persistente, con picchi in coincidenza della stagionalità pollinica (primavera e inizio autunno).
Nella classifica dei sintomi più frequenti, si registrano quelli nasali (congestione e prurito per il 70% del campione, starnuti per il 63% e naso che cola per il 60%), cui seguono quelli oculari (prurito per il 46% e lacrimazione per il 42%) e quelli respiratori, con ben il 36% dei sofferenti che riferisce difficoltà a inalare aria. Un dato preoccupante, alla luce del fatto che chi soffre di rinite e non si cura in modo appropriato corre un rischio fino a 1,5-4,5 più elevato di soffrire di complicanze gravi Derebery J, et al. Otolaryngol Head Neck Surg 2008; 139(2):198-205., tra cui la più diffusa è l’asma Bousquet J, et al. Allergy 2003; 58(8):691-706., incidenza confermata anche dall’indagine: il 2,5% degli italiani colpiti dal disturbo (pari a 1,5 milioni) soffre, infatti, anche di asma. Dal confronto tra sofferenti e familiari, l’”entourage” cita più frequentemente sintomi del paziente quali russamento notturno (17% dei familiari contro il 14% dei sofferenti) e nervosismo/irritazione (17% dei familiari contro 14% dei sofferenti), aspetti che si rivelano quindi particolarmente rilevanti per la qualità di vita dei familiari. Restando in tema di conseguenze sulla quotidianità, la top 3 delle attività segnalate dai sofferenti come compromesse dalla rinite, include: stare all’aria aperta (segnalata dal 40% dei rispondenti), dormire bene (indicata dal 32%) e fare attività fisica (per il 24%). Il 14% dei sofferenti riferisce, inoltre, di aver perso dei giorni di lavoro a causa della rinite e, aspetto ancora più significativo, i rispondenti riportano di non essere riusciti a dare il massimo nel lavoro o nello studio per ben 7,8 giorni in media nell’ultimo mese, dato riconducibile al cosiddetto fenomeno del presentismo che, unitamente a quello dell’assenteismo, offre anche una misura dell’impatto del disturbo in termini socio-economici: la letteratura scientifica registra che la rinite e le patologie a essa correlate costano ben 7.33 miliardi di euro l’anno solo in Italia e l’impatto complessivo della perdita di produttività legato al disturbo è maggiore di quello di asma, malattie coronariche, diabete, ipertensione e malattie respiratorie sommate tra loro.

Nel video:

  • Stefania Fregosi
    Direttore Ricerche quantitative Dipartimento Healthcare Gfk Eurisko,
  • Walter Canonica
    Presidente Società Italiana Allergologia Asma e Immunologia Clinica
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