Al via una campagna d’informazione per portare l’attenzione sull’importanza del riconoscimento tempestivo dei campanelli d’allarme e di uno stile di vita corretto.
L’ictus rappresenta la prima causa di disabilità nel mondo, responsabile di oltre 6 milioni di decessi ogni anno, 650.000 dei quali in Europa.
In Italia si stimano 200.000 nuovi casi l’anno, di questi 40.000 muoiono entro i primi 12 mesi e altri 40.000 perdono l’autosufficienza. I costi sono salati: 3,7 miliardi di euro, lo 0,23% del PIL.
Un’indagine realizzata dal Centro Studi Sanità Pubblica dell’Università Bicocca di Milano evidenzia che nel decennio 2000-2010 nella sola regione Lombardia i ricoveri per ictus e attacco ischemico transitorio sono stati oltre mezzo milione.
L’ictus non risparmia nessuno: questa patologia peculiare dell’età avanzata, mediamente 74 anni, colpisce anche giovani adulti con numeri in crescita. Prevenire l’ictus è l’unica arma a disposizione.
Età, ipertensione e fibrillazione atriale, responsabile quest’ultima del 15-17% di tutti i casi di ictus, costituiscono i principali fattori di rischio. Variegata la sintomatologia caratterizzata da improvvisa perdita di forza a un arto, perdita di sensibilità o della visione, disturbi della parola che s’inceppa e talvolta comparsa di cefalea violenta.
Adottare un’alimentazione sana, eliminare il fumo, tenere sotto controllo i valori pressori e i livelli di colesterolo, far scendere l’ago della bilancia e dedicarsi a regolare esercizio fisico, sono le semplici regole da seguire per prevenire l’ictus.
È necessario agire: in Italia non più del 40% delle persone colpite da un evento cerebrovascolare arriva in una Stroke Unit entro le prime 4 ore dal manifestarsi dei sintomi. Per questo campagne di informazione e prevenzione come “STOP all’ICTUS” sono necessarie.
Nel video intervistati:
- Giuseppe Micieli
Direttore Dipartimento Neurologia Istituto Neurologico Mondino- Pavia- Lorenzo Mantovani
Scuola di Medicina Università di Napoli Federico II