Polmonite, troppe ospedalizzazioni, bisogna aumentare le vaccinazioni

Come cambia l’approccio alle polmoniti all’interno dello scenario nazionale ed europeo caratterizzato da un progressivo aumento dell’aspettativa di vita? L’uso appropriato dei vaccini può avere un impatto positivo anche di natura economica riducendo i costi sanitari legati alla cura? Se ne discusso a Monza presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca nel corso dell’evento “Patologia pneumococcia dell’adulto: nuovi vaccini e nuovi modelli di vaccinazione” che ha visto riuniti i più importanti esperti nazionali per fare il punto sulle patologie pneumococciche e i programmi di prevenzione vaccinale.
Lo Streptoccoccus pneumoniae, più comunemente chiamato pneumococco, è un batterio molto diffuso di cui si contano numerosi tipi diversi, i cosiddetti sierotipi. Alcuni di questi possono dare luogo a malattie molto gravi, come la sepsi o la meningite, oppure a polmoniti e infezioni delle prime vie respiratorie.
“Circa l’80% delle patologie gravi causate dallo pneumococco negli adulti sono polmoniti, di queste circa il 30% sono batteriemiche in cui l’infezione non resta confinata ai polmoni, ma invade anche il sangue, e tramite questo, può compromettere altri organi. – spiega Francesco Blasi, Direttore UOC Broncopneumologia IRCCS Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico Cà Granda Milano, Università degli Studi di Milano.
“Una prevenzione vaccinale adeguata è importante non solo per prevenire un problema a livello di salute pubblica, ma anche per limitare l’impatto economico che tali patologie possono costituire per il servizio sanitario, soprattutto in considerazione dell’invecchiamento della popolazione e del diffondersi di patologie croniche che porteranno ad un inevitabile aumento dei costi”. – precisa Francesco Blasi.
Nonostante l’alta considerazione di cui godono i vaccini per l’enorme contributo che offrono alla salute della società, il loro valore è ancora sottovalutato.
Nel 2010 la polmonite ha rappresentato la 6° causa di ospedalizzazione1 in Italia (con una degenza media di 10 giorni) e, secondo i dati dell’ISTAT, nel 2009 ha causato il decesso di 7.241 persone con più di 65 anni
Un recente studio sul “burden delle polmoniti” nella Regione Lombardia mostra come in questa regione le polmoniti rappresentino ancora un problema importante dal punto di vista dei ricoveri ospedalieri. Sotto il profilo dell’incidenza sono state infatti registrate oltre 7,5 ospedalizzazioni per 10.000 residenti adulti per anno.2
“Anche in termini economici il carico è notevole: oltre 10.500 euro per paziente durante l’anno successivo al ricovero, ed oltre 68 milioni di euro annui per una regione con circa 10 milioni di abitanti2” – afferma Lorenzo Mantovani, Professore Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Scuola di Medicina Università degli studi di Napoli Federico II.
“Oggi è disponibile un vaccino anti-pneumococcico coniugato che permette un’immunizzazione importante anche nelle persone che hanno una risposta immunitaria ridotta (soggetti a rischio e anziani). – aggiunge Francesco Blasi – La somministrazione di un’unica dose garantisce un’immunità di lunga durata che dovrebbe consentire un’adeguata prevenzione dell’infezione respiratoria e, quindi al di là degli evidenti vantaggi clinici, un risparmio economico derivato dalla limitazione dei costi correlati al trattamento e all’eventuale ospedalizzazione”.
Una recente valutazione di HTA del vaccino anti-pneumococcico coniugato 13valente (Prevenar13) nella popolazione adulta e anziana, effettuata considerando i costi di vaccinazione, somministrazione, ricoveri e visite ambulatoriali per malattie pneumococciche invasive (IPD) e polmoniti comunitarie (CAP), ha dimostrato che Prevenar13 è costo-efficace (con un rapporto incrementale di costo-efficacia inferiore a 10.000 € per anno di vita guadagnato).3
“Il carico di malattia prodotto dalle polmoniti e il relativo costo non sono affatto in riduzione, anzi, appaiono in aumento. – afferma Giancarlo Cesana, Professore Igiene Generale e Applicata, Università di Milano Bicocca – La politica vaccinale deve essere ancora perfezionata affinchè negli adulti le vaccinazioni diventino un tassello nei percorsi di salute volti a prevenire l’insorgenza di malattie frequenti.”

Total
0
Condivisioni
Articolo Precedente

L’Europa “declassa” i celiaci, ma la loro malattia non è una moda  

Articolo Successivo

Medicina narrativa, presentati a Londra tre innovativi progetti italiani

Articoli correlati