Tintarella, quest’anno zero errori al sole

Ogni anno, con l’avvicinarsi dell’estate, puntuali arrivano i consigli degli esperti: come prendere il sole senza danneggiare la pelle, “ma, nonostante le nostre  continue raccomandazioni, afferma Piergiacomo Calzavara-Pinton, Direttore della Clinica Dermatologica degli Spedali Civili di Brescia e membro del Consiglio direttivo della Società italiana di dermatologia (Sidemast), registriamo un aumento dei casi di malattie e tumori  della pelle,  causati proprio dall’esposizione al sole”.
“Accanto ai soliti suggerimenti – non esporsi nelle ore centrali della giornata, farlo gradualmente, utilizzare la protezione solare sempre, e via dicendo – sarebbe opportuno evidenziarne alcuni più importanti e utili”, prosegue l’esperto.
Partiamo da un consiglio utilissimo in tempo di crisi, che sembra non risparmiare neanche il settore dei prodotti dermocosmetici, visti i dati resi noti dal Centro studi dell’associazione delle imprese di settore, Unipro: meno 1,4% il fatturato 2012 del comparto, con un’ulteriore, anche se lieve contrazione prevista per quest’anno (-1,5%). Secondo Unipro i consumatori, però, non sembrano voler rinunciare all’acquisto, preferendo optare per soluzioni più accattivanti nel rapporto qualità/prezzo. In questa direzione va il primo consiglio del prof. Calzavara-Pinton: “cominciamo con il preferire prodotti di qualità ma in confezioni ‘max’ e quindi a un prezzo più conveniente. La confezione famiglia è più economica in proporzione; inoltre, se si ha un tubetto piccolo si tende a risparmiare sul solare, utilizzandone dosi non sufficienti a proteggere efficacemente. Il fattore di protezione si riferisce a una quantità di prodotto applicato di circa 30 – 40 grammi e se se ne applica meno il fattore effettivo di protezione cala in modo esponenziale. Quindi anche se la confezione indicava un SPF 50 non se ne ha poi in pratica nemmeno un 4 o 6.”
“Bisogna poi fare alcune osservazioni sul numero di SPF: è sbagliato pensare che un prodotto solare con fattore di protezione 50 ostacoli l’abbronzatura”, spiega il dermatologo. ”Un filtro 50 non è il doppio di un 30 o il triplo di un 15. Il valore SPF (fattore di protezione solare) indica il  rapporto tra radiazione solare filtrata e radiazione trasmessa alla pelle: SPF 30 significa che passa 1/30 della radiazione (il 3,3%), SPF  50 è uguale a 1/50 (cioè il 2%). In altri termini, il primo filtra il 96,7% mentre il secondo il 98%, non una grande differenza dopotutto!”
Non tutte le creme solari proteggono adeguatamente sia da UVB sia da UVA. Un prodotto che protegga solo da UVB, e quindi dall’ustione solare, induce a trascorrere più tempo al sole, assorbendo una quantità molto più elevata di raggi UVA, che non scottano, ma hanno un’azione rilevante per il  fotoinvecchiamento e i tumori cutanei. “Cercate sempre,  sulla confezione, il valore di protezione da UVA (UVA-PF), non solo il valore SPF, che indica la protezione da UVB”, dice ancora Calzavara-Pinton.
Grande importanza hanno la fotostabilità, cioè la capacità del filtro di mantenere la sua attività nel tempo, e non di perdere qualunque funzione dopo pochi minuti, e la formulazione cosmetica del prodotto. Bisogna infatti ottenere un buon rapporto tra gradevolezza cosmetica e capacità di mantenere una protezione adeguata.
“Applichiamo il prodotto solare in abbondanza”, aggiunge l’esperto. I valori SPF e UVA-PF sono calcolati in laboratorio, applicando  2mg di prodotto per cm2, come dire un cucchiaino di crema per 2 cm di pelle!  “Nessuno applica  40 gr di solare ogni volta, ma dovrebbe; riducendo la quantità applicata i valori SPF e UVA-PF calano in modo esponenziale. Acquistare una crema con alto SPF ma non applicarla nella quantità giusta è inutile. Inoltre il prodotto va applicato una ventina di minuti prima delle esposizioni e  riapplicato regolarmente e  uniformemente su tutta la superficie corporea, inclusa la testa e le orecchie”, avverte Calzavara-Pinton.
Infine, “acquistiamo con attenzione il prodotto più adatto alle nostre esigenze: ogni pelle è unica e con caratteristiche diverse; molte persone – tra il 6 e l’8% degli italiani adulti – manifestano quotidianamente disturbi della pelle che al sole tendono a peggiorare, dalla semplice secchezza, all’arrossamento ai brufoli, per non parlare delle vere e proprie malattie come la rosacea o la dermatite atopica. Bisogna saper scegliere il solare giusto per noi”, conclude il prof. Calzavara-Pinton.

Total
0
Condivisioni
Articolo Precedente

Un focus sulla sclerosi multipla nel Programma Bollini Rosa

Articolo Successivo

Malattie della Tiroide: allarme degli esperti sul loro aumento. La sfida è la diagnosi precoce 

Articoli correlati