Stanno per arrivare anche in Italia i nuovi anticoagulanti orali per la prevenzione dell’ictus in chi soffre di fibrillazione atriale. In vista dell’autorizzazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco, attesa a breve, l’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri ha realizzato il primo documento guida per l’uso di tali farmaci (apixaban, dabigatran e rivaroxaban), una ‘bussola’ che da’ indicazioni utili per la scelta del principio attivo più adatto per ogni tipo di paziente. Nel documento viene sottolineata l’efficacia di ciascuno dei nuovi prodotti, che riducono di tre volte il rischio di emorragia cerebrale. “Una terapia adeguata potra’ aiutarci a contenere gli enormi costi correlati alla fibrillazione atriale, l’aritmia con il più alto tasso di ricoveri che comporta ogni anno ben 500.000 ospedalizzazioni per un costo totale di 2.8 miliardi di euro – osserva Francesco Bovenzi, presidente ANMCO – C’e’ naturalmente un dibattito sul rapporto costo-beneficio, visto che la terapia con warfarin costa in media 0.05 euro al giorno mentre con i nuovi farmaci si arriva a 2 euro al giorno. Tuttavia adottarli riduce in maniera talmente evidente il rischio di ictus e di complicanze da far ipotizzare che i costi di gestione della malattia possano perfino dimezzarsi: la terapia è perciò da ritenersi sostenibile anche dal punto di vista economico”. (AGI)
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